In Italia dobbiamo penare per poter leggere i romanzi di John Connolly. Per rendervi più leggera l’attesa dei suoi prossimi libri thriller, The Reapers e The lovers, Thriller Café recensisce oggi Anime morte, sesto episodio della saga di Charlie Parker.
Titolo: Anime morte
Autore: John Connolly
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2008
Traduttore: Stefano Bortolussi
Pagine: 314
Trama in sintesi:
Un’ombra si è insinuata nella vita di Rebecca Clay, un individuo pericoloso, assassino di professione e ossessionato dalla ricerca della flglioletta scomparsa, o di chi potrebbe averla uccisa. E’ a caccia di Daniel Clay, noto psichiatra infantile sospettato di aver abusato dei bambini che aveva in cura e ora svanito nel nulla. Charlie Parker, per proteggere Rebecca, finirà in una indagine piena di ambiguità che lo condurrà fino a Gilead, minuscola comunità religiosa in cui si erano consumati peccati immondi. Mettere insieme i pezzi porterà a una verità segnata dall’amaro sapore della sconfitta.
Resto sempre colpito dalla bravura di Connolly, autore che è capace di scrivere, indipendentemente dal genere scelto. Dalle pagine dei suoi libri non emerge mai un cumulo di sterili fatti, ma l’intensità di sentimenti, stati d’animo, sensazioni. Spesso negative, è vero, ma Charlie Parker è figura complessa e irrimediabilmente invischiata nel marcio del mondo, e le sue storie vivono di dolore e rabbia, di frustrazione e sensi di colpa. Da quando la Morte ha fatto irruzione nella sua vita (Tutto ciò che muore), nella sua esistenza è rimasto un alone nero e indelebile. A volte assume le fattezze dei fantasmi di sua moglie e sua figlia, altre quelli di un senso di giustizia che non sempre viaggia a stretto contatto con la legge, che fa fatica a distinguere tra Bene e Male. Come in Anime morte, in cui Parker giunge addirittura a provare empatia per l’antagonista, Merrick, un criminale, ma anche un uomo deciso a tutto pur di vendicare la figlia.
Analogamente ai precedenti capitoli della saga, anche questo romanzo si muove sul filo sottile che separa la tematica thriller (in questo caso legata alla pedofilia – trattata con tatto e documentazione adeguata) a quella sottilmente horror/paranormale, con la presenza nel libro del Collezionista, inquietante individuo già apparso in The Reflecting Eye, racconto incluso nella raccolta Nocturnes ancora inedita in Italia.
L’inserimento di elementi soprannaturali nelle trame è uno degli appunti che più spesso viene mosso a Connolly dai puristi: in un’intervista lui ha risposto che odia le limitazioni e non vede perché non possa infilare nelle storie elementi fuori dal comune. Io, più semplicemente, dico che un buon romanzo è tale qualunque sia il genere, e a mio parere Anime morte è un’ottima lettura, che può essere apprezzata da chi ama Connolly, certamente, ma soprattutto, e questo più conta, da chi ama i libri.