Cloruro di sodio – Jussi Adler-Olsen

Cloruro di sodio – Jussi Adler-Olsen

Marina Belli
Protocollato il 3 Gennaio 2024 da Marina Belli
Marina Belli ha scritto 158 articoli

Finalmente un nuovo caso per la Sezione Q!

Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, Maja Petersen si toglie la vita. Sembra il gesto di una donna sola e depressa, ma per uno di quei casi strani che a volte il destino regala, il nome della Petersen risuona nelle menti dei poliziotti: molti anni prima il figlio di Maja, di soli tre anni, era morto nell’esplosione di un’officina, in un incidente sulla cui dinamica non tutto forse era stato chiarito.

E così la sezione Q, con Carl Mørck, Assad, Rose e Gordon, riceve l’ordine di sospendere ogni altra attività per riaprire proprio quell’indagine, che si presenta sospetto anche per un indizio, apparentemente insignificante, disturbante nella sua anomalia: un mucchietto di sale da cucina, nulla di particolarmente raro o inusuale, ma proprio per questo impossibile da ignorare.

Da questo fragile indizio la Sezione Q inizia le sue indagini, e man mano va ritroso nel tempo si scoprono una serie di morti classificate come suicidi che hanno sempre come comune denominatore il sale da cucina: ma è possibile indagare su morti apparentemente autoinflitte e riaprire le indagini solo per la presenza di un mucchietto di sale? In realtà la squadra riesce a ricostruire uno schema temporale, e un collegamento spiazzante tra le date delle morti : in un finale in crescendo tutto diventerà chiaro e si legherà secondo una logica criminale decisamente imprevedibile.

E, se tutto questo non bastasse, sulla squadra incombe il Covid19 e l’ombra del vecchio caso che ha portato alla morte di un collega di Carl.

Dopo una lunga attesa finalmente il nuovo capitolo dei casi della sezione Q, una delle più riuscite serie investigative della letteratura nordica, e ne è valsa la pena: Cloruro di sodio è forse uno dei migliori titoli della serie, che riesce a unire una trama investigativa serrata e originale a un ritratto della società danese puntuale e acuto.

Caos. Questa è un po’ la sensazione del momento in cui la sezione Q si trova a muoversi: è il caos delle vite dei suoi componenti, che stanno rapidamente evolvendo e cambiando, forse per sempre. E’ il caos della pandemia che sconvolge l’Europa. Ma è anche un caos più sottile e strisciante che sembra minare le radici stesse della coesione sociale, dei suoi valori: è una sensazione di insofferenza non tanto al cambiamento quanto al decadere delle regole sociali, all’allentamento dei valori che regolano la civile convivenza, al fastidio generato dal potere e dalla notorietà che personaggi discutibili raggiungono. Nel prosieguo del corposo romanzo – che nonostante questo scorre benissimo – il lettore si trova completamente immerso in questo caos, che in larga parte ha condiviso o condivide: il Covid, le paure da questo generate, una società della comunicazione dove social network e reality possono incidere anche pesantemente sul sentire comune sono qualcosa di familiare, come il sentimento di rivalsa che aleggia soprattutto nella parte iniziale e nel quale – in fondo – ci si può riconoscere.

Ritrovare i membri della sezione Q è un po’ come ritrovare vecchi amici, cresciuti e cambiati nel corso degli anni: Carl, Assad, Rose e perfino Gordon sono ormai familiari, ma il dubbio che le storie della sezione Q possano essere quasi alla fine si insinua  nella mente del lettore, perché alcuni element fanno pensare alla fine  prossima di un arco narrativo, e questo è un sentimento malinconico.

E sul finale incombe un cliffhanger strepitoso…

Jussi Adler-Olsen (Copenaghen, 1950), con la serie della Sezione Q guidata da Carl Mørck, ha ottenuto un immenso successo di critica e pubblico, vendendo decine di milioni di copie in quarantacinque lingue. I suoi libri, premiati da lettori, librai e critici, hanno conseguito importanti riconoscimenti internazionali e sono alla base di numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, tra cui una nuova serie Netflix diretta da Scott Frank.

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