Immaginatevi al bancone di una delle sale del nostro Thriller Café. È un bar affollato di personaggi pittoreschi, dove il barista, con abilità e un pizzico di magia, miscela ingredienti disparati per servirvi un cocktail esotico dalla ricetta segreta. Questa sarebbe, in un certo senso, la sala da cocktail ispirata ad Alessandro Robecchi e ai suoi Pesci piccoli, in cui l’autore serve ai suoi lettori un mix avvincente di noir, umorismo, e critica sociale, tutto agitato (non mescolato) nel contesto di una Milano tanto vibrante quanto spietata.
Il libro ci riporta ancora una volta a leggere le avventure di Carlo Monterossi, un personaggio complesso e sfaccettato che naviga tra la vita di lusso garantitagli dalla creazione del successo televisivo Crazy Love e l’impegno in una sorta di crociata personale per la giustizia. Monterossi, insieme ai suoi fedeli compagni della Sistemi Integrati, Oscar Falcone e Agatina Cirrielli, si ritrova a fronteggiare una serie di casi che vanno dal misterioso al quotidiano, ma sempre intrisi di quella disperazione e quel cinismo che sembrano essere la vera essenza della città di Milano.
La trama si snoda tra l’indagine su un presunto miracolo che attira le attenzioni di un programma televisivo senza scrupoli, un furto aziendale che nasconde ben più di quanto appaia in superficie, e la risoluzione di piccoli crimini che, pur nella loro apparente insignificanza, rivelano le profonde disuguaglianze e le ingiustizie sociali che pulsano sotto la superficie della metropoli.
Robecchi, con uno stile narrativo che si colloca accanto al lettore quasi fosse un amico che racconta una storia affascinante, riesce a dipingere un quadro di Milano ricco di contrasti, dove la luce e l’ombra si inseguono continuamente. La città diventa così non solo lo sfondo delle vicende, ma un personaggio a sé, complesso e sfuggente.
Come accade anche per gli altri libri della serie di Monterossi, il punto di forza di Pesci piccoli è proprio nei suoi personaggi: Monterossi, con il suo cinismo disilluso e la sua ricerca di redenzione; Teresa, la donna delle pulizie che si rivela essere molto più di una semplice comparsa nella vita del protagonista; e poi gli inimitabili poliziotti Ghezzi e Carella, simboli di quell’umanità minuta ma resiliente.
Pesci piccoli non è solo un giallo, né soltanto un noir: è un percorso attraverso le contraddizioni di una società che, nonostante i suoi molteplici difetti, nasconde al suo interno storie di resistenza, di solidarietà, e, sì, anche di amore. Robecchi riesce a tessere un racconto che è allo stesso tempo divertente, commovente, e profondamente riflessivo, un cocktail raro e prezioso che solo al “bancone” di un narratore del suo calibro si può sperare di assaggiare. Robecchi ci invita a riflettere sul significato di giustizia, sul peso delle scelte individuali e sull’impatto che queste possono avere su una comunità. Un invito, insomma, a non smettere mai di cercare quella luce, per quanto fioca, che può scaturire anche dal cuore più oscuro della città.
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Articolo protocollato da Elisa Contessotto
Digital Strategist e formatrice, soprattutto sono il Capitano della squadra di freccette Bardabulli. Bevo caffè, Prosecco e tequila (non sempre in quest’ordine) e nel tempo libero scrivo di fotografia e libri. Mi piacciono il Tetris, Alice Cooper e il frrr dei gatti.Elisa Contessotto ha scritto 54 articoli: visita la sua pagina.
Libri della serie "Carlo Monterossi"
Pesci piccoli – Alessandro Robecchi
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Cinque blues per la banda Monterossi – Alessandro Robecchi
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I tempi nuovi – Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi da Milano, classe 1960, è un apprezzato autore televisivo ed esperto di musica: collabora da anni con le trasmissioni di Crozza di cui è una colonna portante ed indispensabile. Nel 2013 ha messo […]
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