La ribelle - Linda Castillo

C’è un qualcosa, nello stile di Linda Castillo, che comunica una sorta di grazia e di dolcezza, anche quando i suoi romanzi raccontano storie insanguinate e dolorose. Succede così anche nel suo ultimo lavoro: “La ribelle”, uscito per Piemme (traduzione di Annalisa Carena), nel quale troviamo nuovamente la detective Kate Burkholder, alle prese con un atroce delitto che devasta la comunità amish dell’Ohio orientale.

La storia comincia con un ritorno. Rachael Schwartz torna nella comunità amish di Painters Mill (il paese immaginario nel quale la Castillo ambienta le sue storie), dopo averla irreversibilmente ripudiata diversi anni prima. Non è chiaro cosa la porti a tornare, ma invece è subito chiaro al lettore che questa sua scelta le sarà fatale: verrà brutalmente assassinata in un motel dove aveva preso alloggio. La comandante della Polizia Kate Burkholder viene immediatamente avvisata e si accorge, esaminando la scena del crimine, di conoscere la vittima. Rachael e Kate si erano infatti conosciute quando erano ragazze e, siccome la detective è più vecchia di sette anni, le è capitato di averle fatto da baby-sitter scoprendone il carattere indomito e ribelle. Le due donne sono state accomunate almeno da un particolare: entrambe hanno volontariamente abbandonato in modo deciso la comunità e la cultura amish.

La ribelle” è un libro molto ben scritto, con quella prosa piana e scorrevole che caratterizza i romanzi di Linda Castillo. Come spesso succede a questa autrice, il tema del passato che ritorna e che talvolta incombe è ben presente fin da subito e, in questo come in altri casi, l’autrice decide di gestirlo con una serie di flash back che ci riportano indietro nel tempo. Anche qui questa tecnica si rivela utile, perché permette di gestire in modo più diretto e meno elaborato episodi importanti del passato che altrimenti dovrebbero affidarsi a lunghi racconti e narrazioni.

Il cuore del romanzo è nel solco della poetica della Castillo. Il rapporto tra la libertà individuale e le regole, in questo caso molto rigide, di una comunità. Il peso delle tradizioni nel loro rapporto con la modernità e la convivenza di queste tradizioni in un contesto multiculturale che mette a confronto abitudini e culture tra loro molto differenti. Sullo sfondo, ma non meno importante, la questione della violenza sulle donne, che ogni autore di romanzi negli USA oggi vuole giustamente sottolineare, sulla scorta della risonanza generata dal movimento MeToo. Temi in realtà molto profondi, rispetto ai quali l’autrice non offre una prospettiva “militante”, ma decide di rappresentare un quadro ampio, capace di metterne in luce le diverse sfaccettature. Così, se è vero che la comunità amish è spesso criticata per le sue posizioni anacronistiche ed eccessivamente rigide, leggendo le pagine di Linda Castillo è impossibile non rimanere affascinati dallo stile di vita sobrio, pacifico e comunitario di queste persone. E quindi perfino chi ha compiuto la scelta dolorosa di abbandonare la propria comunità di origine a vantaggio della “normale” modernità, con naturalezza la rispetta e talvolta la difende quando viene attaccata da chi non tollera la diversità.

Se dovessi trovare una sintesi, direi che quello che la Castillo ci vuole dire è che talvolta la volgarità del mondo contemporaneo, che tende a consumare e deteriorare ogni relazione e ogni sostanza, necessità di essere contrastata da sani e radicati principi che facciano da baluardo alla mediocrità dilagante. Ma se questi principi si cristallizzano troppo e diventano una gabbia, allora, detto in Deitsch, la lingua degli amish, abbiamo bisogno di qualche Frei Geischt, spirito libero, che infrangendo le regole ci aiuta a fare qualche passo avanti che rende la vita di tutti noi più libera, e quindi più felice. Perché, come ci ricorda Linda Castillo, “La vita è un fiume che non smette mai di scorrere. Puoi arginarlo, puoi imbrigliare la sua corrente, puoi avvelenarlo, ma non puoi fermarlo. Un fiume non ha mai fine”.

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La ribelle
  • Castillo, Linda (Autore)

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 142 articoli:

Libri della serie "Kate Burkholder"

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