Una verità delicataAutore che non ha certo bisogno di presentazioni, John Le Carré torna nelle librerie italiane con Una verità delicata, in uscita in questi giorni per Mondadori con traduzione di M. Castagnone.
Il libro si apre a Gibilterra, nel 2008, con un’operazione anti-terrorismo dal nome in codice Wildfire. Lo scopo è quello di catturare un trafficante d’armi jihadista d’alto profilo. Dietro le operazioni ci sono l’ambizioso ministro degli Esteri inglese, e un contractor privato suo amico. Tanto è delicata, l’operazione è nascosto allo stesso segretario del ministro, Toby Bell.
Ci sposta poi a Cornwall, in Gran Bretagna, nel 2011. Qui un soldato delle forze speciali caduto in disgrazia consegna un messaggio da parte di un caduto. L’operazione Wildfire è stato il successo che era stato annunciato, o una tragedia umana prontamente coperta?
Toby Bell, all’epoca trasferito all’estero non appena aveva cercato di bloccare la missione, viene convocato in un decadente maniero in Cornovaglia da Sir Christopher Probyn e sotto l’occhio attento della figlia Emily dovrà scegliere tra la coscienza e il dovere. Se affinché il male trionfi è la mancata azione delle persone perbene, come può restare in silenzio?

In lingua originale A Delicate Truth ha avuto un discreto riscontro da parte dei lettori, compresi quelli rimasti poco entusiasti delle recenti prove di Le Carré. L’autore da parte sua ha descritto questo libro come non solo il più inglese ma anche il più autobiografico da anni, dicendo al Daily Telegraph di aver basato non uno ma due personaggi su se stesso. Toby Bell prende molto dall’ambizione che lo scrittore aveva alla sua stessa età, mentre l’anziano sir Christopher vive in una Cornovaglia rurale, come l’autore che ha vissuto per oltre quarant’anni in una casa in collina fuori St. Buryan.
Se siete amanti delle storie di spionaggio, tenete in considerazione questo libro. Sono passati cinquant’anni esatti dall’uscita di La spia che venne dal freddo e sicuramente il tempo è trascorso anche per Le Carré, ma l’ex agente dell’MI5 qualcosa da dire ancora ce l’ha.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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