Mondadori pubblica il più recente romanzo di Robert Harris, Monaco, che per certi versi chiude un discorso iniziato da questo autore nell’ormai lontano 1992. Uscito in originale nel 2017 con il titolo di Munich, Monaco arriva a noi nella collana Omnibus stranieri.
Come potete immaginare da titolo e copertina, Monaco torna indietro al 1938, ai tempi di quella conferenza decisiva per le sorti dell’Europa e del mondo intero. Nel farlo, Robert Harris, pur rimanendo nei panni del romanziere, si ricorda di essere un grande saggista e fa pesare più del solito la sua capacità di documentazione e analisi, rafforzando ancora di più il paragone, per opposti, con Fatherland, il suo primo romanzo, che lo ha catapultato verso il successo.
Lì Harris immaginava una ucronia nella quale il Terzo Reich aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale: il saggista lasciava quindi ampio spazio al romanziere. In Monaco il saggista, in particolare nel primo terzo dell’opera, prende il sopravvento: rallenta il ritmo, si sofferma su dettagli, costruisce per accumulo.
E questo accumulo frutta nella seconda metà, che può contare su questo lavoro certosino di scavo per permettersi di diventare più movimentata e narrata su solide basi. Ma di cosa parla esattamente questo nuovo romanzo del grande autore britannico? Andiamo a scoprirlo dando un’occhiata alla trama di Monaco.
Hugh Legat, segretario particolare del primo ministro inglese, Neville Chamberlain è brillante, capace e ambizioso e viene ritenuto da molti come un astro nascente all’interno del Servizio diplomatico britannico. Sa bene che in quel momento la RAF può contare su circa una ventina di aeroplani da guerra effettivamente ed efficacemente armati, e conosce a fondo i pro e i contro di una eventuale guerra con la Germania.
E, avendola nominata, in Germania troviamo invece L’aristocratico Paul von Hartmann, che pubblicamente rientra nei ranghi del ministero degli Esteri tedesco, mentre privatamente e in assoluto segreto fa parte di una cospirazione che vorrebbe levare di torno Hitler. Von Hartmann è venuto a sapere dei piani di invasione della Cecoslovacchia ed è profondamente allarmato.
I due hanno in comune il fatto di essersi conosciuti a Oxford, anche se ormai sono parecchi anni che non si sentono. I loro sentieri torneranno a incrociarsi proprio in occasione della Conferenza di Monaco e dovranno decidere, in fretta, fra famiglia e affetti, Paese e la propria coscienza, mentre soffiano sempre più forti e violenti i venti di guerra.
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