La libraia di Stalino - Leonardo Gori

Leonardo Gori, nel suo ultimo romanzo “La libraia di Stalino”, edito recentemente da Tea, torna a raccontarci un’avventura bellica del capitano Bruno Arcieri. Stalino è l’odierna Donetsk, città ucraina tristemente protagonista della guerra che oggi affligge quella parte dell’Europa, ed è immediato pensare che Gori voglia proprio fare riferimento a questo odioso conflitto contemporaneo quando ci riporta nella Seconda Guerra Mondiale. All’epoca la stessa città fu teatro del confronto tra l’Armata Rossa e le truppe dell’Asse, italiani prima e tedeschi poi ed è proprio all’ospedale militare gestito dallo CSIR (il Corpo di Spedizione Italiano in Russia) che è ambientato il cuore della vicenda.

Bruno Arcieri viene mandato lì in missione dal suo Comandante con un incarico molto delicato, identificare una spia inglese che trasmette da quella zona in un linguaggio cifrato noto soltanto agli italiani, che lo utilizzavano in passato, ma ora lo hanno abbandonato. Siccome i tedeschi non hanno cognizione di questo linguaggio, l’operazione deve essere condotta nel più assoluto riserbo, per evitare che la Wehrmacht possa pretendere di gestire la faccenda. Arcieri scoprirà in breve tempo che la situazione nasconde molte insidie di quelle che fosse lecito immaginarsi, perché la situazione sul campo è molto articolata e i rapporti tra italiani e tedeschi sono abbastanza logorati. L’ospedale inoltre è gestito in modo molto particolare dall’ufficiale medico che ne è al comando, il colonnello Pitigrilli, personaggio estroso e irriverente, che ama collezionare libri ed è piuttosto allergico alla disciplina militare.

Il libro scorre piacevolmente, anche perché riesce a combinare molto bene la vicenda storica in sottofondo, con l’intreccio specifico che, quasi come un giallo, ci tiene incollati alla lettura per scoprire chi è la spia che Arcieri deve scoprire. La scrittura e i dialoghi sono costruiti bene, come Gori peraltro è solito fare, e i personaggi introdotti sono riusciti e molto ben tratteggiati. L’insieme consente, non solo di seguire la tensione crescente dei micro-avvenimenti che riguardano la spia, ma anche di capire molto bene lo scenario storico, permettendo una serie di riflessioni su quel periodo, ma anche portando immediatamente il ragionamento anche ai giorni nostri, visto che quella è, come abbiamo già detto, una zona purtroppo martoriata dai conflitti.

In quello che è uno dei romanzi di Gori nei quali è più profonda e acuta la riflessione storica, l’autore vuole rappresentare in maniera molto chiara la stupidità e l’assurdità della guerra, che travolge le persone reali e ne distrugge l’umanità, costringendoli invece a recitare una parte in commedia che ne cancella le doti migliori e finisce per esaltarne i tratti più feroci e odiosi. Mentre nelle altre vicende di Arcieri, lo sfondo storico accompagnava soltanto la vicenda umana che era comunque sempre in primo piano, qui Gori, pur conservando la vividezza e la verosimiglianza delle storie dei singoli personaggi, punta il fuoco sul disegno più ampio del conflitto, che sembra quasi determinare la sorte dei singoli, autorizzandoci a pensare a una interpretazione quasi tolstoiana di un uomo vittima della Storia.

Tutto questo è anche autorizzato dall’inevitabile parallelo che il lettore è costretto a fare tra l’Ucraina di ottanta anni fa e l’Ucraina dei giorni nostri. Un territorio di frontiera, composto da numerose culture e nazionalità, sempre vittima sacrificale di un disegno imperiale omicida e folle. Una nazione ricca di cultura, di tesori, di umanità, che non si piega alle invasioni.

Dentro a questo intreccio e a questo scenario, moltissimi sono i temi che Gori introduce e sui quali ci spinge a una riflessione e non è certo questa la sede per trattarli compiutamente. Dalla sicumera di un regime che esercita i muscoli, ma che nasconde una sciatteria e una viltà enormi, alla indicibile catastrofe umanitaria dell’Olocausto, alle complicità staliniane che anche nei più convinti ne rivelano la spietatezza. Insomma, un grazie ancora a un autore che ha il pregio di farci divertire e insieme farci riflettere sulle grandi nefandezze di cui gli esseri umani sono capaci.

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La libraia di Stalino
238 Recensioni
La libraia di Stalino
  • Gori, Leonardo (Autore)

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 127 articoli:

Libri della serie "Bruno Arcieri"

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