Il silenzio degli innocenti - di Thomas Harris title=E’ capitato che negli ultimi giorni abbia citato Thomas Harris, parlando di libri incentrati su serial killer, e allora non ho potuto evitare oggi di ricordarvi uno dei capolavori del genere: Il silenzio degli innocenti, un thriller che non si può non aver letto almeno una volta. Per chi fosse in colpevole difetto, il romanzo comincia così:

Scienza del Comportamento, la sezione dell’FBI che si occupa degli omicidi in serie, è al piano più basso della sede dell’accademia a Quantico, ed è semisepolta nel terreno. Clarice Starling vi arrivò un po’ affannata dopo una veloce camminata da Hogn’s Alley, il poligono di tiro. Aveva qualche filo d’erba tra i capelli e macchie d’erba sulla giacca a vento dell’Accademia perché aveva dovuto buttarsi al suolo, in un’esercitazione di arresto al poligono.
Nell’anticamera non c’era nessuno, e così si assestò rapidamente i capelli guardando la propria immagine riflessa nella porta di vetro. Sapeva di avere un aspetto accettabile anche senza farsi bella. Le mani avevano odore di polvere da sparo, ma non aveva avuto il tempo di lavarle… La convocazione del caposezione Crawford era urgente.
Trovò Jack Crawford nell’ufficio caotico. Era in piedi accanto alla scrivania di un altro e parlava al telefono, e Clarice ebbe la possibilità di guardarlo attentamente per la prima volta in un anno. E ciò che vide le ispirò un vago senso d’inquietudine.
Di solito, Crawford aveva l’aspetto di un ingegnere di mezza età in ottima forma che probabilmente s’era pagato gli studi universitari giocando a baseball… un catcher abile e astuto, e duro quando doveva bloccare il piatto. Adesso era magro, il colletto della camicia gli andava largo, e c’erano borse scure sotto gli occhi arrossati. Chi leggeva i giornali sapeva che la Sezione Scienza del Comportamento era sotto il fuoco. Clarice si augurò che Crawford non fosse un po’ brillo. Sembrava molto improbabile, lì.
Crawford concluse la telefonata con un secco “No”. Prese il fascicolo che teneva sotto il braccio e l’aprì.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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