Il giorno dello sciacallo – Frederick Forsyth (incipit)
Qualche giorno fa mi sono imbattuto casualmente in una copia della prima edizione italiana de Il giorno dello sciacallo, datata 1972, in vendita a 2 euro. Non credo ci sia bisogno di dire che l’ho comprata ed è andata a fare il paio con quella del 1971 de Il padrino, pagata lo stesso prezzo. Poiché so che alcuni di voi adesso saranno invidiosi, cercherò di farmi perdonare e condividere in qualche modo l’acquisto, e quindi ecco l’incipit del capolavoro di Frederick Forsyth, uno dei migliori 10 thriller di spionaggio di tutti i tempi.
Se non l’avete nella vostra libreria, dovete assolutamente rimediare.
Fa freddo a Parigi, alle sei e quarante di mattina in una giornata di marzo, e il freddo sembra ancora più intenso quando sta per essere giustiziato un uomo. L’11 marzo 1963, a quell’ora, nel cortile principale di Fort d’Ivry, un colonnello dell’aviazione francese era in piedi davanti a un palo conficcato nella ghiaia gelida e mentre gli legavano le mani fissava con incredulità sempre meno evidente il plotone di fronte a lui, a una ventina di metri.
Un piede strisciò sui sassi, imprecettibile sollievo alla tensione, nell’attimo in cui la benda veniva avvicinata agli occhi del tenente colonello Jean-Marie Bastien-Thriy, a nascondergli definitivamente la luce. Il mormorio del sacerdote fu il vano contrappunto al crepitare degli otturatori, quando i soldati caricarono e armarono i fucili.
Al di là del muro di cinta, un clacson insistente: un autocarro Berliet chiedeva strada a qualche veicolo più piccolo che lo intralciava nella sua corsa verso il centro della città. Il suono si spense lontano, confondendosi con il “Puntate!” dell’ufficiale al comando del plotone. La scarica di fucileria, quando fu il momento, non provocò alcuna increspatura sulla superficie della città al risveglio; soltanto uno stormo di piccioni si levò in volo verso il cielo, per pochi attimi. L’eco del singolo coup-de-grace, qualche secondo più tardi, si perse nella crescente confusione del traffico al di là del muro.
La morte dell’ufficiale, capo di una banda di assassini della Organisation de l’Armée Secrète che avevano tentato di uccidere il presidente francese, doveva significare una fine – la fine di nuovi attentati alla vita del presidente. Per uno scherzo del destino segnava invece un inizio, e per spiegarne perché è necessario spiegare prima perché un corpo crivellato di proiettili si trovasse, legato a un palo, nel cortile del carcere militare, a pochi chilometri da Parigi, in quella mattina di marzo…
Altri articoli che potrebbero piacerti
La volpe – Frederick Forsyth
Mondadori ha preparato una bella sorpresa per tutti i fan di Frederick Forsyth, pubblicando il suo più recente romanzo, La volpe, a fine gennaio 2019. Il titolo segna il ritorno dell’autore inglese dopo L'outsider, il romanzo della mia vita, pubblicato nel 2015. La volpe è uscito in lingua originale nel 2018 con il [...]
LeggiLa lista nera di Frederick Forsyth
Uno dei maestri della spy-story, ritroviamo in libreria in questi giorni Frederick Forsyth, con il suo nuovo romanzo dal titolo La lista nera. Edito da Mondadori, il libro arriva tre anni dopo Il cobra e mescola sapientemente attualità e fiction muovendosi nei retroscena dei servizi segreti britannici, americani, [...]
Leggi
