Classe 1962, Dani Shapiro è una nota giornalista e scrittrice. È nata a New York e vive con la famiglia in Connecticut; ha all’attivo diversi romanzi e racconti e come giornalista scrive per testate importanti come il New York Times, il Los Angeles Times, The New Yorker e Vogue. Oggi siamo qui, cari lettori, a parlare del suo ultimo romanzo, Segnali di fuoco, pubblicato da Neri Pozza per la traduzione di Gaja Cenciarelli.

È una sera d’inverno del 2010 su Division Street, nel paesino di Avalon, in Pennsylvania. Sotto la grande quercia che domina la via – testimone secolare di tutti gli accadimenti e gli stravolgimenti di chi ci vive – si ritrovano un vecchio e un ragazzino. Il primo è Ben Wilf, un ex medico rispettato e stimato che vive da solo nella casa al 18 di Division Street. I suoi figli sono lontani, hanno le loro vite altrove, mentre sua moglie è a pochi isolati, chiusa in una struttura per malati di Alzheimer. L’altro è Waldo, un ragazzino di undici anni la cui famiglia è lì, in casa, al 23 della stessa via, ma è come se non ci fosse: i suoi genitori gli vogliono bene, ma non riescono a dimostrarglielo, specialmente suo padre, che troppo spesso cade in preda ad una rabbia sorda e inarrestabile.

Waldo ha una passione smisurata per le stelle, le costellazioni e tutto ciò che è in cielo: ovunque egli sia, anche sotto terra, il suo iPad sarà sempre in grado di mostrargli il cielo sopra di lui. Unico riferimento per un ragazzo che, evidentemente, non ne ha altri. È proprio per guardare le stelle sull’iPad che, quella sera, Ben e Waldo si ritrovano sotto la quercia. Non sanno ancora che un segreto pesante sta per essere svelato e soprattutto che dopo quella notte le loro vite non saranno più le stesse.

Sono due i punti cardine attorno ai quali ruota l’intero romanzo: in primo luogo, il concetto che non basta nascondere un segreto per renderlo innocuo e che il non detto può rovinare le esistenze molto più che la verità; in secondo luogo, il fatto che nelle nostre vite, che lo vogliamo o no, è tutto collegato, che vi sia uno schema fatto di destino e scelte, che a volte vediamo ed altre no, di cui percepiamo o non percepiamo l’esistenza, che porta le nostre vite ad intersecarsi con quelle di altri, a farci incontrare delle persone provvidenziali, a farci compiere un’azione che poi, magari fra tanti anni, sarà decisiva per noi o per altri. Sì, si può credere o no ad asserzioni come queste, ma la storia raccontata in questo libro non può non farci pensare, riflettere, quantomeno indurci a porci delle domande.

Il libro, in sé, è davvero ben scritto, con salti temporali tra il presente e il passato dei personaggi. Indubbiamente Ben e Waldo sono figure di primo piano nella trama, ma tutti i personaggi trovano la loro voce in queste pagine, una voce che è solo loro e che sta a noi ascoltare per indagare i loro pensieri reconditi e le motivazioni che li guidano.

Un ultimo appunto: come detto qui c’è un segreto, c’è una buona componente di mistero, ma non parlerei di un vero e proprio thriller/giallo. C’è una componente psicologica forte, questo sì, che però non sfocia, a parer mio, in un thriller psicologico. Ciò non toglie che la lettura sia comunque più che consigliata!

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Segnali di Fuoco
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Segnali di Fuoco
  • Shapiro, Dani (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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