Punto di non ritorno di Lee ChildLonganesi porta nelle librerie italiane, per la traduzione dell’ormai fedele e familiare Adria Tissoni, Punto di non ritorno, l’ennesimo, attesissimo volume della serie di Jack Reacher creata da Lee Child, e si tratta di un romanzo particolarmente importante all’interno di questa saga perché riporta il protagonista a casa, a confrontarsi contemporaneamente con il passato e con il futuro.

Con Punto di non ritorno giungiamo quindi alla diciottesima tappa del lungo viaggio sospeso fra legge e giustizia che Jack Reacher ha intrapreso nell’ormai lontano 1997, ma lo stupendo personaggio inventato da quel grande autore di genere che è Lee Child non appare per nulla stanco e continua a camminare lungo le strade di quegli Stati Uniti d’America che sembrano sempre riservargli più violenza e disprezzo che gratitudine e pace.
Vediamo ora in che modo e con che velocità Jack Reacher oltrepasserà il Punto di non ritorno

Come fai quando ti senti più solo e sperduto del solito?
Cosa fai quando, dopo aver viaggiato in lungo e in largo, ti sembra di non saper più dove andare?
Dove ti dirigi quando nessun altro luogo ti sembra accogliente?
Semplice: torni a casa.
Ma come fare quando una vera casa non ce l’hai da molto, troppo tempo? Cammini verso il posto che più ti sembra somigliare a una casa. E per Jack Reacher, che sente sempre di più il desiderio di trovare finalmente qualche punto fermo nella sua vita, il luogo che può somigliare di più a casa è il quartier generale della 110ª Unità della polizia militare, dove ha prestato servizio come maggiore..

Ed eccolo quindi partire da un South Dakota innevato e gelido per arrivare fino in Virginia, animato anche dalla curiosità di conoscere la donna che ora ricopre il posto che era stato suo, il maggiore Susan Turner.
Prima di tornare al quartier generale per Reacher la Turner è stata solo una voce al telefono, gentile e intrigante ma comunque una voce senza corpo e volto, e purtroppo anche dopo il suo arrivo è destinata a rimanere tale: Susan sembra infatti essere scomparsa nel nulla, senza lasciare alcuna traccia, e per Reacher anche quella che pensava casa lentamente si trasforma in una prigione.

La sua presenza è infatti ben poco gradita nella base militare e ad attenderlo ci sono due notizie, entrambe molto gravi, che lo riportano al passato, a uno scoppio di feroce violenza risalente a sedici anni prima che getta ancora una potente ombra e sembra condizionare il suo futuro.
A Reacher rimangono ben poche opzioni: fuggire o combattere, e Jack non è abituato a fuggire…

Lee Child è un autore che sfugge a molte definizioni, così come il suo personaggio sembra sfuggire a molte delle regole che governano serie ormai così longeve: giunto al diciottesimo episodio sembra più fresco e reattivo che mai.
Eppure in questo romanzo, oltre al consueto ottimo livello di scrittura e gestione dell’azione, Child punta l’attenzione verso il problema principale: nessuna persona può vivere troppo a lungo sulla strada senza tornare a casa, pena la perdita della sua stessa identità.
Riuscirà Reacher a trovare la via?

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