L'ora decisiva - Lee ChildChi non ama Jack Reacher esca fuori dal Thriller Café! Chi lo apprezza, invece, continui pure a leggere perché recensiamo oggi il nuovo romanzo di Lee Child che lo vede protagonista, L’ora decisiva.

Titolo: L’ora decisiva
Autore: Lee Child
Traduttore: Adria Tissoni
Editore: Longanesi

Recensione
Mai un licenziamento è risultato così utile agli amanti della lettura. È dal 1997, infatti, anno in cui Lee Child termina di operare presso un’azienda di produzione cinematografica, che nasce dalla sua fervida immaginazione un personaggio tanto rude quanto amato. Il pubblico fin da subito lo accoglie con grande entusiasmo, Jack Reacher è un ex militare con grado di maggiore, preparato e pragmatico, abituato a ragionamenti brevi e all’azione sul campo. Senza legami e senza alcun tipo di vincolo, Jack è un eroe moderno senza costume che non ha bisogno di presentazioni ma risulta una personalità atipica nel suo metro e novantacinque di altezza. Jack viaggia senza bagaglio, metafora che si traduce per sottolineare come il personaggio non abbia bisogno di legami e di appartenere ad un luogo in particolare.
Nel quattordicesimo volume della serie dell’ex ufficiale della polizia militare statunitense (giunta intanto all’episodio 17), 61 hours, Reacher è coinvolto in una missione che ha appunto 61 ore come deadline: ci troviamo nel South Dakota, una cittadina che conosce poca criminalità ma che ospita al suo interno un penitenziario che occupa tutte le forze dell’ordine della zona.
Il motivo è semplice, un accordo con il governo obbliga ogni agente della contea ad accorrere in caso di emergenza per salvaguardare quel bene comune, che ha portato posti di lavoro e quel turismo nato inevitabilmente dai parenti dei carcerati che si prestano a fargli visita. Sì, perché sembra proprio essere il penitenziario il motivo del popolamento di una cittadina poco ospitale a causa del clima rigido cui costringe i suoi abitanti. Peccato che un accordo del genere vada a discapito di una testimone che ha rifiutato di allontanarsi in un programma di protezione e che in caso di allarme rimarrà sola, potenziale vittima dei propri aguzzini.
Riuscirà Reacher a proteggere Janet Salter, donna di una certa età per niente intimorita dalla situazione, convinta più che mai di testimoniare per quel traffico di droga cui lei stessa ha assistito?
Jack Reacher capitato per caso sul posto e nomade per attitudine, si ambienta in fretta nei luoghi, è un personaggio con un forte carattere che riesce a comprendere al volo le persone e le situazioni con le quali si trova a vivere. A tratti il personaggio di Jack risulta un po’ spocchioso, sembra sempre sapere quello che gli altri ignorano, vuoi che si tratti di un guasto al motore di un pullman che la ricerca di un criminale piuttosto furbo cui la sezione 110°, che lui stesso un tempo dirigeva, non riesce ad acciuffare se non con i suoi consigli elargiti per via telefonica senza neanche aver studiato il caso. Jack interagirà con il proprio sostituto seduto al suo tavolo di un tempo, cui racconterà leggende nate sul proprio conto, una conoscenza che risulterà proficua per entrambi. A prendere il suo posto è una donna chiamata in codice Amanda, un dettaglio piuttosto originale, non risulta così comune la presenza di una donna al comando di una unità operativa di alto livello.
I dialoghi risultano un po’ troppo serrati ma le descrizioni alquanto minuziose, riescono a proiettare un’immagine molto nitida della situazione agli occhi del lettore. Finalmente un thriller dove non vi è un’indagine nel modo comune di intendere il termine, ma un conto alla rovescia vero e proprio, tra le pagine ci sarà un countdown, che nonostante alcune divagazioni, riporta l’attenzione sulla vera missione non richiesta di Reacher. Nonostante l’uomo sia fuori dal sistema già da un po’ di tempo, non riesce a fare meno di ragionare come un militare e a comportarsi come tale. Meno male che c’è Jack Reacher altrimenti l’America sarebbe allo sbaraglio!
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Articolo protocollato da Arianna e Selena Mannella

Arianna e Selena Mannella Collaborano al magazine Albatros per il quale intervistano personaggi del jet set nazionale e internazionale e con Thriller Magazine, nel quale curano la rubrica “Ordinaria Follia”. Sono addette stampa e editor.

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