“Dieci racconti d’autore, uno per decennio, per una raccolta che ripercorre il secolo scorso presentando uno spaccato della società italiana, a volte toccante, a volte impietoso, ma sempre puntuale…”

Si apre così la presentazione breve nella terza di copertina di questa antologia tutta italiana curata da Daniele Cambiaso per Cordero Editore. E sempre di Cambiaso è l’introduzione: quattro pagine dense di riferimenti e di riflessioni su ciò che è stato – e ciò che ha significato – uno dei secoli più controversi, estremi e complessi della storia dell’Occidente. Un’introduzione necessaria, a mio avviso, per disegnare la giusta cornice nella quale i dieci racconti dell’antologia s’inseriscono come altrettanti, preziosi frammenti di un’opera a tinte gialle per più voci coinvolgente e drammatica. Un consiglio per gli amanti della narrativa ‘di genere’ impazienti di intraprendere la lettura dei racconti: non saltate a piè pari l’introduzione perché ne vale veramente la pena. Darà alla lettura quel ‘di più’ capace di predisporre nel modo giusto alla stessa. Non che ci sia un modo sbagliato, per carità, ma è piacevole farsi condurre per mano da un accompagnatore colto e attento, in modo godibile e leggero, fino alla prima pagina del racconto che inaugura la raccolta vera e propria.

La narrativa, dunque, è la lente d’ingrandimento con cui i dodici autori coinvolti scelgono di analizzare il secolo appena trascorso. Una lente che pur non essendo quella rigorosa dell’analisi storiografica, dilata le pieghe della storia solo di quel tanto che basta ad insinuarvi le vicende dei protagonisti: personaggi di finzione, ma caratterizzati da un’umanità tangibile che li rende quasi reali. È una riuscita miscela di storia e finzione, infatti, che caratterizza l’opera in questione. Scorrendone le pagine si possono ritrovare fatti e circostanze note della storia italiana del ‘900 che fanno da sfondo alle vicende dei personaggi, che arricchiscono queste ultime e da queste ultime vengono a loro volta arricchite, restituite al lettore in una forma nuova e inaspettata. È un opera coraggiosa, anche, a mio modo di vedere, perché gli avvenimenti che per l’appunto costituiscono lo sfondo alle trame di finzione sono alcuni tra i più drammatici e controversi della nostra storia: il sogno di cartapesta dell’Italia fascista e coloniale, le lotte operaie, il terrorismo, la strategia della tensione, la guerra fredda e l’immigrazione.

Ogni racconto è segnato da un delitto, una traccia nera che tiene insieme il filo conduttore del narrato fino all’epilogo risolutivo e purtroppo non sempre consolatorio, ma sempre toccante.

I gusti sono una questione personale, si sa. In Neronovecento, tuttavia, ce n’è per accontentare tutti. Stefano Mantero, Angelo Marenzana, Massimo Parigi & Riccardo Sozzi, Giorgio Ballario, Denise Bresci & Ugo Polli, Giulio Leoni, Claudio Asciuti, Adele Marini, Vindice Lecis e Giorgio Marega si passano la penna per raccontarci l’Italia del secolo breve – tra tutte quelle citate da Cambiaso nell’introduzione è questa, la mia preferita, forse per l’omonimo saggio di Hobsbawn – a modo loro, un decennio alla volta, in modo intenso e magistrale.

Neronovecento è una lettura, a mio giudizio, che merita ogni istante del tempo che le viene dedicato. Perché sarà anche vero – anzi, lo è senz’altro – che “Ogni riferimento… è frutto della rielaborazione fantastica degli autori”, ma è altrettanto vero che c’è modo e modo di rielaborare certi riferimenti, con il giusto rigore equilibrio e umiltà.

Concluderei citando ancora Cambiaso, il curatore, laddove in chiusura dell’introduzione scrive: “Mistero, suspance, azione, ma anche memoria, riflessione e riscoperta sono i compagni di questo viaggio mozzafiato attraverso il secolo più nero della storia”.

Che l’avventura cominci, dunque. E buona lettura.

Articolo protocollato da Oreste Patrone



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