donne pericoloseDonne e noir, un binomio classico, forse anche abusato. Otto Penzler ha deciso di usarlo come tema per un’antologia che vede tra i vari autori pesi massimi del calibro di Jeffery Deaver, Micheal Connelly, Elmore Leonard e John Connolly. Il libro l’ho comprato con grosse aspettative, ma non mi ha convinto molto. Vi spiego perché…

Titolo: Donne pericolose
Autore: AA.VV., a cura di Otto Penzler
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2007
ISBN: 978-88-384-3349-8
Pagine: 402
Prezzo: € 6,50

Trama in sintesi:
Un’amante respinta scrive una lettera all’uomo che l’ha lasciata ventitré anni prima. Vuole che le doni il suo cuore quando morirà. E succederà presto. Un uomo entra in un bar e incontra una bionda mozzafiato che gli chiede candidamente: “Perché stasera non uccidiamo qualcuno?”. Non sa ancora che la vittima prescelta sarà lui. Harry Bosch e Terry McCaleb scoprono che il fascino di una bella donna non si esaurisce con la sua morte. Da Jeffery Deaver a Ed McBain, da Michael Connelly a Joyce Carol Oates, fino a Walter Mosley e tanti altri, i maestri americani del thriller parlano di donne fatali e pericolosissime.

Dicevo, il libro non mi ha convinto molto, eppure su Amazon.com su 8 reviews ha preso 6 volte 5 stelle, e su IBS ha 3 commenti totali: due 4 e un 5. Sono io che sono di gusti difficili o il resto del mondo non ne capisce niente di thriller? Bah, non ho la presunzione che sia vera la seconda ipotesi, ma resto dell’idea che la qualità complessiva sia molto inferiore a quanto fosse lecito aspettarsi. Vado ad analizzare brevemente i racconti…
– Ed McBain: interessante, non scontato, anche se un po’ perfettibile nel finale; in ogni caso, non male.
– Jeffery Deaver: lo stesso racconto presente nell’antologia Einaudi “The Dark Side“: non ne avevo parlato bene allora, il giudizio resta chiaramente lo stesso.
– Micheal Connelly: infila Harry Bosch e Terry McCaleb in un racconto che svela il loro primo incontro. Il titolo, “Cielo Azul”, sicuramente farà drizzare le orecchie a chi conosce bene la bibliografia dell’autore. Non svelo di più, mi limito a dire che lo scritto è nello stile tipico di Connelly, ma forse un po’ compresso in poche pagine.
– Nelson DeMille: storia ambientata in Vietnam; ottimo ritmo e impareggiabile conoscenza della materia trattata, ma finale irrisolto che non a tutti piacerà; classica chiusura che dice “è andata così, ma non chiedetemi perché”.
– Joyce Carol Oates: una lettera delirante e minatoria. Ho detto tutto? Mi sa di sì. Inutile.
– Walter Mosley: uno dei migliori del lotto, anche e soprattutto per la caratterizzazione del protagonista; un po’ incasinato nel prefinale, però nel complesso apprezzabile. Mi è piaciuto.
– Jay McInerney: boh! Se qualcuno me lo spiega…
– Thomas H. Cook: quando si dice avere stile. La vicenda non è niente di particolare, ma è intrisa di atmosfere, di un senso di ineluttabilità e di sofferenza non comune. Triste, ma ben fatto.
– Anne Perry: già di un suo racconto ero rimasto insoddisfatto nell’antologia “Morte per oroscopo“. Questo in “Donne pericolose” forse è anche peggio.
– Elmore Leonard: un grande scrittore, e almeno per lui sono d’accordo con la classifica degli scrittori di crime pubblicata dal Times. Il racconto che è proposto nell’antologia è scanzonato e tuttavia specchio di un’America fatta anche di giovani criminali e ragazzine stupidamente innamorate.
– Ian Rankin: idea originale in sé, ma non so fino a che punto ci sia verisimiglianza nel finale. Comunque, meglio alle prese con l’ispettore Rebus.
– S.J. Rozan: così così. Sicuramente è gestito bene, ma non dubito che me lo scorderò in fretta, vista la trama tutt’altro che innovativa.
– Andrew Klavan: del suo “Non dire una parola” ho proposto il bell’incipit l’altro giorno. Adesso lo ritrovo a narrare una storia che tange il BDSM con molta intelligenza e ottima gestione della suspence. Lo promuovo anche stavolta, soprattutto per il finale.
– John Connolly: sono un fan di Connolly, ma questo racconto mi ha deluso. E’ datato, retrò – se vogliamo, e si capisce la piega che prende dopo pochissimo. Sicuramente c’entrano anche i miei gusti personali, ma è proprio il tipo di storia che trovo da evitare assolutamente. Peccato.

Volendo dare un giudizio complessivo al volume, posso parlare di una sufficienza, ma visti i nomi coinvolti mi sarei aspettato sicuramente di più. Resta in definitiva confermato il fatto che le antologie con racconti tutti belli sono difficilissime da trovare, ma continuerò a cercare…

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1637 articoli: