Prima impiegata come avvocato e poi come insegnante di inglese, Shari Lapena si è affacciata al mondo della narrativa a cinquantasei anni, con il best seller La coppia della porta accanto. Da allora, la scrittrice non ha certo perso la sua grande vena, proponendo due nuovi romanzi: Un estraneo in casa mia nel 2017 e, più recentemente, L’ospite indesiderato.
Fin dalle prime battute del romanzo, emerge chiaramente come lo stile e la costruzione narrativa, molto personali, dell’autrice vogliano, in questo caso, prendersi il tempo di rendere omaggio ai classici del giallo e, più di ogni altro, a Dieci piccoli indiani, capolavoro di Agatha Christie.
Anche ne L’ospite indesiderato infatti, le prime pagine servono per introdurre, uno alla volta, i personaggi del romanzo, ciascuno con le sue paure e i suoi segreti. Gli eventi, su tutti un improvviso aggravarsi delle condizioni meteorologiche, li condurranno a un forzato periodo di convivenza, per un week-end che sembrerà molto lungo, al Catskill and Mitchell’s Inn, chalet immerso nel verde e isolato. Come scopriremo senza fretta, una piccola rivelazione alla volta, pericolosamente isolato.
Già al primo risveglio, una delle ospiti, Dana, che aveva incantato tutti con la sua bellezza, giace sulle scale. Vittima, a prima vista, di un incidente. David però, ospite dell’albergo e avvocato dotato di buon acume ed esperienza, non è convinto: a giudicare dalla ferita e dalla posizione del corpo, l’ipotesi della disgrazia non sembra reggere. Ma se si tratta di delitto, soltanto due sono le ipotesi: la segreta presenza di uno sconosciuto nell’albergo o il coinvolgimento di uno degli ospiti.
L’insistenza di David perché il corpo non venga spostato fino all’arrivo della polizia genera il sospetto degli altri, e lo costringe a confessare il suo dubbio. È allora che a Beverly, moglie insoddisfatta di Henry, torna in mente che, la sera prima, le è sembrato di udire un litigio, nella stanza accanto, tra Dana e il marito, Matthew.
Così come in Dieci piccoli indiani, non c’è un investigatore a fare luce sul mistero. Ciascuno dei personaggi, a mano a mano che la vicenda evolve, si trova invece a essere, in un certo senso, tanto detective quanto sospettato.
Col passare del tempo però, una cosa è chiara: un assassino si aggira per l’albergo, e il numero delle sue vittime continua a crescere, in modo inesorabile. Parallelamente, ciascuno degli ospiti si trova costretto a rivelare qualcosa di sé, confermando il fatto che, nei romanzi della Lapena, nessuno pare davvero innocente e tutti si danno da fare, finché le circostanze glielo consentono, per celare i propri piccoli segreti.
La paura però sarà più forte dell’imbarazzo e delle convenzioni, costringendo molti a mettersi in gioco, a rivelare qualcosa di sé, spesso per discolparsi da un’accusa più grave: quella di essere l’assassino. Quando la polizia finalmente, col calare della tempesta, farà il suo ingresso in scena, il numero delle vittime sarà salito a cinque, e il mistero si presenterà ancora molto fitto.
Progressivamente però, interrogatorio dopo interrogatorio, uno spaventoso barlume di verità sembrerà affiorare, come emergendo da profondi abissi di cinismo e di indifferenza. Le radici del delitto, dei delitti, partono, insospettabilmente, da lontano, da molto lontano. E, ancora una volta come in omaggio ad Agatha Christie, il piccolo indizio che avrebbe potuto metterci sulla strada giusta, a ben guardare, era proprio davanti ai nostri occhi.
Ma anche quando l’indizio sarà stato colto e tutto sembrerà essere stato svelato, e la scia di sangue punterà in direzione del colpevole, ci sarà spazio per una sconvolgente sorpresa finale.
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