L’omicidio Vera Kall – Håkan Nesser
Niente commissario Van Veeteren o Ispettore Barbotti, ma tre racconti di ordinaria inquietudine nel nuovo libro di Håkan Nesser.
La vita di una donna viene sconvolta da una telefonata nel cuore della notte: chi telefona dice di essere Tom, il figliastro tossicodipendente scomparso 22 anni prima.
L’invito di un vecchio compagno di scuola è l’occasione per parlare dei tempi andati e della scomparsa durante la festa di fine anno di una loro compagna.
Un giovanissimo insegnate di svedese e inglese va in crisi quando una sua studentessa muore in un incidente.
I protagonisti delle tre storie che compongono questo libro sono persone del tutto normali, che si trovano ad affrontare situazioni impreviste che le pongono di fronte a dilemmi etici, o a dover fare i conti con scelte fatte nel passato, con il tempo e le conseguenze delle proprie azioni.
Non c’è qui l’indagine classica alla ricerca di un colpevole: la vera indagine non è tanto nella storia dei protagonisti e sul loro modo di reagire di fronte alle situazioni impreviste che la vita ha messo loro di fronte, quanto nella vita interiori di ciascuno, e la formula del racconto si rivela estremamente efficace proprio per la natura delle storie proposte.
Nell’arco del centinaio di pagine che – più o meno – compongono ciascun racconto si sviluppa tutto l’arco narrativo e umano dei protagonisti, che proprio nella loro normalità risultano del tutto plausibili, con le loro fragilità, meschinità e lati oscuri. Sono persone ordinarie che devono affrontare crisi straordinarie, e ciascun lettore si può riconoscere e interrogare su quale sarebbe la sua reazione se si trovasse al loro posto.
Spesso la narrativa di genere propone storie di ordinaria criminalità, in un certo senso rassicurante: se il crimine avviene in un ambiente bene o male riconoscibile, se le motivazioni sono denaro, potere o passione, se l’assassino ha tratti riconoscibili, allora si può pensare che alla fine il bene trionfi e che “quella cosa lì” sia qualcosa di distante.
Ma se il lato oscuro risiede in una cinquantenne borghese o in un giovane insegnante, allora la radice del male può nascondersi ovunque nella società, e questo pone al lettore domande sulla complessità della natura umana e sul valore delle scelte: Nesser parla di una Svezia gelida e distante, ma è più un territorio dello spirito che un luogo fisico, racconta queste storie profonde e piene di pathos con uno stile freddo, quasi asettico che non deve però trarre in inganno rispetto alla capacità di coinvolgere ed emozionare, giocata sul filo di una tensione narrativa costante.
Senza alcun dubbio, nonostante l’assenza dei suoi personaggi iconici, uno dei migliori libri dell’autore.
Håkan amato nel 1950 a Kumla, è uno scrittore svedese di romanzi polizieschi. Ha insegnato lettere in un liceo, ma dopo il successo ottenuto dai suoi primi romanzi si è dedicato interamente alla letteratura. Molti dei suoi gialli hanno come protagonista il commissario Van Veeteren e l’Ispettore italo svedese Barbarotti. Per la serie sul commissario Van Veeteren, Guanda ha pubblicato: “La rete a maglie larghe“, “Una donna segnata“, “L’uomo che visse un giorno“, “Il commissario e il silenzio“, “Carambole“, mentre per la serie dedicata a Gunnar Barbarotti sono usciti “L’uomo senza un cane“, “Era tutta un’altra storia“, “L’uomo con due vite“, “L’uomo che odiava i martedì“, “Confessioni di una squartatrice“, “Barbarotti e l’autista malinconico“, “Partita a scacchi sotto il vulcano“.
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