L’enigma della carta Varese – Domenico Wanderlingh

L’enigma della carta Varese – Domenico Wanderlingh

Serie: Anita Landi
Redazione
Protocollato il 16 Gennaio 2024 da Redazione con
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Se pensavate che Milano fosse solo boutique, aperitivi e skyline che si specchiano nei navigli, preparatevi a un tour nei suoi angoli più oscuri. “L’enigma della carta Varese“, ultimo romanzo di Domenico Wanderlingh, ci riporta nel cuore della città meneghina con un caso che è un pugno nello stomaco infiocchettato da carta fiorata. E no, non c’è niente di elegante nella confezione.

Tutto comincia con due cadaveri: Virginia Contini ed Elisa Boari, madre e figlia, ritrovate senza vita nel loro appartamento signorile in piazza Giovine Italia. La polizia pensa subito a un omicidio-suicidio, una lite degenerata. E d’altronde, tutti nel palazzo sapevano che quelle due donne si odiavano. Ma Anita Landi – ispettrice capo dell’Anticrimine, ex Fiamme Oro, dura fuori e (forse) fragile dentro – non si accontenta. Perché quel frammento di carta Varese tra le dita della ragazza morta sembra più un messaggio da decifrare che una coincidenza da archiviare.

L’indagine si apre su un panorama dove la Milano “bene” mostra il suo volto peggiore: ex mariti sfuggenti, famiglie d’apparenza, giovani ereditieri viziati e devianze nascoste sotto il tappeto di una rispettabilità di facciata. Anita, donna vera prima che investigatrice, si muove con metodo e rabbia in un ambiente che la vorrebbe complice del silenzio e della menzogna. E lo fa a modo suo: con determinazione, senza mediazioni, con la forza ruvida di chi sa cosa vuol dire farsi da sola.

Tra simboli dimenticati, piste deviate, e un passato che torna a mordere, Wanderlingh costruisce un intreccio denso e coinvolgente, dove ogni dettaglio ha un peso. La carta Varese – elegante, rétro, apparentemente innocua – diventa chiave di lettura di una società che si finge pulita ma puzza di marcio.

Passando ad Anita Landi, non è la classica eroina infallibile. Ha un carattere spigoloso, non cerca approvazione, e ogni successo le costa fatica, solitudine, e cicatrici. Ma è proprio questa umanità a renderla vera, credibile, indispensabile.

Infine lo stile: teso, preciso, punteggiato di dialoghi affilati e osservazioni taglienti. Wanderlingh sa come tenere alta la tensione, dosando l’emotività senza mai scadere nella retorica. Ogni pagina è al servizio del racconto, e la scrittura accompagna il lettore in una discesa lenta ma inesorabile nelle ombre della borghesia milanese.

Se amate i noir italiani e cercate una protagonista umana, questo romanzo può fare per voi.