Periodo di letture, e quindi pure di recensioni qui al Thriller Cafè. Oggi torniamo a parlare del californiano Robert Crais (biografia qui), e in particolare del suo romanzo La prova.
Titolo: La prova
Autore: Robert Crais
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2006
ISSN: 1723-5405
Pagine: 331
Prezzo: € 4,90
Trama in sintesi:
La mano era pallida e immobile, con le unghie laccate di rosso. Avvicinandosi, la ragazza che quella mattina stava facendo jogging sulle colline di LA aveva capito subito che si trattava di un cadavere, il cadavere di una donna avvolto frettolosamente in un sacco e gettato in un dirupo. È il corpo di Susan Martin, moglie di un celebre uomo d’affari, il cui nome è sinonimo di soldi, potere e moltissimi guai. Quando la polizia trova una prova schiacciante a carico di Martin, la notizia rimbalza su tutti i giornali e, nel trambusto che segue, il famoso investigatore privato Elvis Cole viene contattato dall’avvocato dell’uomo per aiutarlo a scagionare il cliente…
Ci sono giorni in cui non ho voglia di sperimentare, provare autori sconosciuti col rischio di possibili bidoni. In quei giorni do un”occhiata alla mia libreria e guardo dritto al ripiano degli scrittori preferiti. Là in mezzo ci sta pure Robert Crais, tra i “sicuri”, quelli che non tradiranno. Ho pescato La prova tre giorni fa e l”ho letto con gusto. Non è un romanzo che resta dentro a lungo, lo ammetto, ma è un ottimo intrattenimento thriller, con tutti gli ingredienti necessari e quel tocco personale che contraddistingue l”autore. C”è una trama non troppo cervellotica, che mischia azione adrenalinica e momenti di dipanamento della matassa con un buon equilibrio e con i colpi di scena piazzati al punto giusto. Ci sono personaggi della statura di Elvis Cole, probabilmente il più scanzonato P.I. sul palcoscenico del thriller, e Joe Pike, la spalla che non ride mai ma che sprigiona una formidabile aura di fascino e pericolosità. Un binomio assortito in modo eccellente e attorno al quale non c”è bisogno di tratteggiare molti altri comprimari, fermi restando personaggi ricorrenti (quali Lucille Chenier) o il cattivo di turno, che in questo caso non è un omicida o un boss, ma un avvocato più viscido di una serpe. C”è la scrittura di Crais, che non si prende troppo sul serio e riesce a strappare il sorriso con facilità e continuità. C”è un finale che soddisfa, anche perché non è quello che ci si aspettava. C”è una accresciuta sicurezza rispetto ai primi romanzi della saga nel gestire tutti gli elementi. Mi pare non si possa chiedere molto di più, a un libro che sono sicuro sarà in grado di farvi passare qualche ora in maniera piacevole.
- Crais, Robert (Autore)