Uscito per Einaudi, Il giudice meschino di Mimmo Gangemi è un romanzo ambientato in Calabria, nei feudi della ‘ndrangheta.
Protagonisti, un magistrato indolente che diviene un eroe suo malgrado e un vecchio boss che dal carcere orienta le indagini su degli omicidi, che paiono di ‘ndrangheta ma che forse non lo sono.
Un giudice è stato ucciso da dei balordi, a loro volta fatti fuori dalla ‘ndrangheta, che non vuole che il prosperare dei suoi affari venga disturbato. O almeno, cosi pare all’inizio.
Alberto Lenzi, magistrato scioperato e donnaiolo, shockato dalla morte del collega e amico, si butta a capofitto nelle indagini, ma queste ben presto prendono una diversa direzione da quella prevista, per via delle le sibilline parabole di don Mico Rota, capobastone della ‘ndrangheta. E quando emergono elementi legati a un traffico di rifiuti tossici si capisce che i delitti sono collegati con le navi dei veleni e le scorie sotterrate nella “spianata dell’infamia”.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1641 articoli: