Sono certo che, tra i frequentatori del Thriller Cafè, sono in molti coloro che hanno seguito la serie di Aba Abate, scritta con grande successo da Roberto Costantini. E proprio per questo oggi ho il piacere di recensire la più recente uscita di questa serie: “Cenere alla cenere”, che viene pubblicata come al solito da Longanesi. Roberto Costantini, profilo poliedrico, uomo di azienda, professore universitario, appassionato di vicende internazionali (nato a Tripoli in Libia, fa trasparire spesso nelle sue opere il profondo amore per l’Africa), ha creato un’eroina dei nostri tempi, spia e madre, e le ha cucito intorno già tre storie che hanno come sottofondo una via italiana alla spy story molto originale e appassionante.

In questa avventura, Aba Abate, reduce dalle vicende de “La falena e la fiamma”, si è ritirata dalla vita di agente attivo. Lavora ormai in ufficio, perché non ha saputo tollerare e reggere i giochi sporchi dei servizi segreti e della CIA in particolare e ha deciso di anteporre i sentimenti agli ordini gerarchici. Per questo, nonostante la sua grande capacità, derivata dagli insegnamenti del padre, anch’esso membro dei Servizi Segreti, gli italiani la tengono dietro le quinte. Ma quando si concretizza una nuova minaccia, un pericolo di attentati tra la folla in Italia su vasta scala, preparati dai terroristi internazionali, il capo dei Servizi Segreti, Stefano Lanfranchi, è costretto a chiedere ad Aba una “consulenza” particolare. La donna, ormai separata dal marito Paolo, con una vita privata devastata dai figli adolescenti ribelli e dalla morte del suo vero amore, l’agente internazionale Johnny Jazir, fatica a scegliere se accettare o meno, cosciente degli enormi rischi che avrebbe se dovesse accettare.

Costantini mette in luce in pieno, in questo romanzo, la Aba donna, contrapponendola alla Aba agente. La sua lacerante sofferenza è il paradigma delle fatiche che tutte le donne oggi devono sopportare perché sono costrette a scegliere, da una società maschilista, tra carriera e famiglia. E la tensione, che l’autore costruisce benissimo con le sequenze alternate tra presente e passato e con le narrazioni che alternano la terza persona e la prospettiva soggettiva di Aba, è tutta sulla psicologia dei personaggi più che sull’azione. Non che Costantini non ci avesse abituato a quello che Graham Greene avrebbe definito “il fattore umano”, ma in “Cenere alla cenere” il conflitto tra la libertà personale e il ruolo che la società ci impone diventa straziante e tutta la sequenza delle azioni è determinata pesantemente dai travagli psicologici dei personaggi.

Un romanzo che, dietro il velo intimista e soggettivo dei diversi personaggi, è in realtà un profondo atto di denuncia sociale. La condizione femminile, le discriminazioni sul luogo di lavoro, la crisi delle istituzioni familiari, che anziché liberare l’umanità degli individui, li ingabbiano in rigide convenzioni che frenano senza motivo le pulsioni più sane. Questi sono i temi principali che Costantini mette in luce. Insieme a uno scenario più ampio nel quale spesso sotto il paravento della lotta al terrorismo si nascondono egoismi personali e vendette private, che sacrificano persino il bene della sicurezza che dovrebbero tutelare. Alla fine, questo è il romanzo allo stesso tempo più “intimo”, ma anche più radicale di Costantini, per il quale non esistono più mediazioni accettabili ed è quasi come se una serie di piccole riparazioni delle nostre vite rammendate fossero tutte crollate contemporaneamente, aprendo squarci che sono non solo visibili, ma anche non più facilmente componibili.

Sicuramente il romanzo più riuscito dell’autore, “Cenere alla cenere” è un bell’affresco che raffigura un mondo in crisi, dove le strutture che gli esseri umani hanno creato hanno finito per soffocarli e per rischiare di privarli dei sentimenti più autentici. Ma c’è un particolare importante che non va sottovalutato: la forza dei giovani, i figli dei protagonisti alla fine hanno sempre ragione. Saranno loro forse a farci uscire dalla gabbia che noi stessi abbiamo costruito.

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Cenere alla cenere
  • Costantini, Roberto (Autore)

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 145 articoli:

Libri della serie "Aba Abate"

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