Una favolosa estate di morte - Piera CarlomagnoNonostante il meteo ballerino, siamo quasi a giugno e con la bella stagione alle porte aumenta la voglia di libri con un’ambientazione calda, assolata. In questo senso, le ultime pubblicazioni della collana Nero Rizzoli offrono proposte interessanti. E’ il caso di Una favolosa estate di morte, scritto da Piera Carlomagno e ambientato in Lucania.

E’ un Noir mediterraneo, ma forse – e leggendo capirete perché – per definirlo sarebbe più appropriata la locuzione “Nero materano”: Una favolosa estate di morte è un romanzo con una fortissima connotazione territoriale. Tutto, dalla caratterizzazione dei personaggi alla dinamica dei crimini commessi all’ambientazione suggestiva o – di più – evocativa, trova fondamento e ragione d’esistere in una terra – la Basilicata – e in una città – Matera – con le sue contraddizioni, sofferenze, credenze popolari e ancore di salvezza che la identificano rendendola unica.

A incarnare questa “lucanità” è soprattutto la protagonista, la dottoressa Viola Guarino, patologa, consulente della procura, appassionata di moto e fotografia, donna del Sud, determinata, impulsiva e tenace, che dietro una maschera di inavvicinabilità nasconde tutte le sue fragilità. Da bambina la chiamavano Strega e lo fanno tutt’ora, per via del lavoro di sua nonna Menghina, la più nota lamentatrice della zona, e di sua madre, “strega pure lei”, ma anche perché Viola ha capacità che appaiono strane ai suoi stessi occhi: ha un sesto senso prodigioso e sembra che sappia sempre più cose degli altri, che capisca la verità sempre un attimo prima di tutti. Ma la verità è che Viola è una che vuole capire, farsi un’idea, non fermarsi all’apparenza o alla soluzione più facile e logica, quindi la sua mente osserva e registra dettagli che altri non colgono. E poi è una donna, per giunta del Sud, profonda conoscitrice della sua terra, della quale interpreta umori e non detti. E a Matera ce ne sono tanti di non detti: in una terra in cui si preferisce non parlare, osservare rassegnati dietro una finestra chiusa, ostracizzare i propri figli perché diversi, Viola è la strana, quella che non si piega. Ecco perché è così affine con Floriana Montemurro, la “vittima n. 1”, lo spirito libero a cui quella città bellissima, aperta eppure claustrofobica stava stretta. Viola si sente empaticamente legata a quella ragazza ritrovata cadavere in un inghiottitoio dei calanchi abbracciata al corpo del suo amante, l’architetto Sante Bruno. Quella stessa relazione – che ha portato i due ad essere soprannominati come “gli amanti di Tinchi” e a morire accoltellati in un calanco, quel rapporto osteggiato e criticato sarà il punto da cui partire per capire una morte che sembra inspiegabile. Ed è chiaro che a  Matera in tanti sanno, ma pochi parlano. Lo capisce presto anche il sostituto procuratore Loris Ferrara, che viene da Napoli e da una realtà completamente diversa per pensiero e approccio col delitto. Però questo magistrato bello e tormentato, rigido ma scrupoloso, capirà presto che in una città fatta di silenzi ed ombre tutto può essere, paradossalmente, più evidente: basta saper guardare. E chi meglio dell’intraprendente Viola Guarino può aiutarlo a concludere un caso complicato che, più si va avanti, più si ingarbuglia? Non c’è solo una coppia di amanti barbaramente uccisi: ci sono rancori mai sopiti, interessi economici, giri d’affari importanti, in una città che, alle soglie di un 2019 da Capitale della cultura, vorrebbe sfruttare l’attenzione mediatica per raggiungere il benessere della modernità, ma fatica ad uscire dai retaggi di malcostume e arretratezza che l’hanno intrappolata per tanto tempo.

Un noir dal sapore di Aglianico e Amaro Lucano, con una trama ben delineata che riesce a sorprendere ed emozionare; i tanti personaggi sono ben caratterizzati e trovano la loro giusta collocazione nell’organicità della narrazione. Lo stile della Carlomagno, che nelle prime 40-50 pagine appare acerbo e quasi esitante, acquista forza con l’andare della vicenda e diventa sicuro e trascinante nell’ultimo quarto di libro. Sebbene i tempi della narrazione siano abbastanza dilatati, sul piano temporale la vicenda si svolge in meno di un mese, dal 9 giugno agli inizi di luglio e non sembra casuale che all’avanzare dell’estate anche l’indagine e l’atmosfera in città si riscaldi, per giungere poi ad un finale roboante ed emblematico. Un noir tutto da leggere, insomma, alla scoperta di una terra difficile raccontata da una giornalista, scrittrice di gialli, ma soprattutto donna che capisce le donne e il Sud: Una favolosa estate di morte è il primo libro che Piera Carlomagno pubblica con Rizzoli, ma leggendolo si capisce che non si tratta certo di un’esordiente. Basta consultare la sua biografia per scoprire che, grazie ai suoi precedenti libri, ha un palmarès di tutto rispetto.

Recensione di Rossella Lazzari.

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Una favolosa estate di morte
  • Carlomagno, Piera (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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