L'uomo che scrive ai morti - Preston & ChildL’uomo che scrive ai morti di Douglas Preston & Lincoln Child, edito da Rizzoli con traduzione di Elisa Finocchiaro è il libro che recensiamo oggi al Thriller Café.

Aloysius Pendergast, pluridecorato agente dell’FBI, è considerato un cane sciolto per via dei suoi metodi investigativi poco ortodossi e dell’inquietante aura di mistero che lo avvolge ma sfoggia un’immensa cultura generale, buongusto in fatto di abiti e cibo e un tagliente sarcasmo nonché un’intelligenza sopraffina.

“In quel preciso istante la porta della sauna si aprì ed entrò un uomo. (…) Alto, magro, capelli tagliati con cura e tanto chiari da sembrare bianchi. Gli occhi erano azzurri come il ghiaccio, e altrettanto freddi e indecifrabili. Era entrato nella sauna indossando un completo nero di sartoria, dalla fattura impeccabile e tagliato su misura.”

Così l’agente Pendergast entra in scena e si presenta al cospetto di Pickett, suo superiore, per apprendere i dettagli del caso che gli sta per essere affidato e scopre anche che, come condizione tassativa, dovrà collaborare con l’agente Coldmoon, suo nuovo partner lavorativo. Nel cimitero di Bayside-Miami, sulla tomba di Elise Baxter, morta suicida più di undici anni prima, è stato ritrovato un cuore umano ancora sanguinolento e un biglietto scritto con grafia elegante e curata con un messaggio di pentimento, corredato da una citazione letteraria e da una firma.

Tre giorni dopo lo schema si ripete: nuovo omicidio, nuovo cuore sulle spoglie di una suicida e nuovo biglietto firmato come il primo dall’assassino: Signor Cuorinfranti, nome eccessivamente romantico per un così abile e spietato assassino che insanguina le notti di Miami trasportando organi ancora pulsanti sulle lapidi di giovani ragazze suicide riaprendo nuove dolorose ferite nei parenti rimasti a chiedersi il motivo di un gesto così improvviso e immotivato. Tolte la giovane età e la modalità di morte non ci sono apparentemente altri punti in comune né tra le defunte né tra le vittime del serial killer ma la coppia Pendergast-Coldmoon, aiutati dalla dottoressa Fauchet – giovane medico legale – arriveranno a comprendere il movente scatenante di questa follia omicida portandoci ancora più indietro nel tempo e spiegandoci con fredda logica la vita e la necessità di espiazione di Cuorinfranti.

“Capisci? Devo espiare. Se non puoi aiutarmi a farlo, dovrò continuare da solo… e non finirà bene.”

La storia è originale e interessante: scrittura trascinante, dialoghi intelligenti, personaggi ben caratterizzati e descrizioni paesaggistiche che non annoiano ma che riescono invece a farci sentire al centro della scena e al fianco dei protagonisti. Anche le descrizioni di ambienti, cibo e quotidianità non sono mai banali e servono a spezzare un po’ la tensione dell’indagine.

“Un’esperienza che gli aveva insegnato anche quanto fosse bizzarro il paesaggio della Florida: milioni di persone ammassate lungo il litorale, come formiche, e poi nient’altro che laghi, aranceti, ranch e, naturalmente, paludi.”

Questo è il diciottesimo libro con protagonista Pendergast – partendo da Relic e ReliquaryLa stanza degli orrori, passando  per la Trilogia di Helen (moglie di Aloysius) e la Trilogia di Diogenes (il fratello con spiccato senso del crimine e della violenza).

Per saperne di più su Pendergast e sulla coppia di autori, vi rimandiamo all’aggiornamento dedicato a Douglas Preston & Lincoln Child.

Recensione di Elena Rossi.

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L'uomo che scrive ai morti. Un nuovo caso per l'agente Pendergast
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Articolo protocollato da Elena Rossi

Lettrice onnivora fin da piccola, amante dei cani, della montagna, della fotografia e con una totale avversione verso lo shopping e le discoteche.

Elena Rossi ha scritto 26 articoli: