psycho

Oggi sul ThrillerCafe.it l’incipit di un classico della letteratura di genere: Psycho, di Robert Bloch, il libro da cui Alfred Hitchcock trasse il celeberrimo omonimo film.
Il romanzo, che non si può non aver letto, comincia così:

Nel sentire quel rumore improvviso, Norman Bates ebbe un sussulto.
Sembrava che qualcuno stesse battendo alla finestra.
Alzò lo sguardo, rapido, pronto ad alzarsi, e il libro gli scivolò dalle mani nell’ampio grembo. Era solo la pioggia. La pioggia del tardo pomeriggio, che batteva sulla finestra del salotto.
Norman non si era neanche accorto che avesse cominciato a piovere, né che fosse calato il sole. Ma la stanza era buia, adesso, e si allungò per accendere la lampada prima di riprendere la lettura. Era una di quelle lampade da tavolo vecchio stile, con il paralume di vetro decorato e le frange di cristallo. Sua madre ce l’aveva da sempre, almeno da quanto ricordava lui, e non voleva liberarsene per nessuna ragione.

Non che Norman avesse qualcosa da obiettare, a dire il vero; aveva vissuto in quella casa per tutti i quarant’anni della sua vita, e c’era qualcosa di gradevole e rassicurante nell’essere circondato da oggetti familiari. Là dentro tutto era in ordine e al suo posto; fuori no, era diverso, era lì che cambiavano le cose. E la maggior parte di quei cambiamenti rappresentavano quasi sempre una potenziale minaccia. Mettiamo il caso che avesse trascorso l’intero pomeriggio a passeggiare, per esempio. Si sarebbe potuto trovare in una stradina isolata o in mezzo a qualche pantano, proprio mentre cominciava a piovere. Sarebbe stato costretto a tornarsene a casa al buio, barcollando, bagnato fino alle ossa. Si può anche morire di freddo così, e poi, a chi andrebbe di starsene fuori, di sera? Molto meglio qui in salotto, sotto la lampada, in compagnia di un buon libro.
Quando piegò il capo per riprendere a leggere la luce illuminò il suo volto gonfio, mentre il riflesso si allungava dagli occhiali senza montatura fino a inondare la pelle rosa del cranio, sotto i pochi capelli rossicci.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1637 articoli: