Posto sbagliato, momento sbagliato - GillianMc Allister

Indietro, ancora indietro e sempre indietro. Riuscite a immaginare la vostra vita intrappolata in un eterno flashback? Ѐ proprio in un incubo così distopico che Gillian McAllister ha fatto sprofondare la sua protagonista Jen, alla ricerca del momento o evento che possa far ripristinare l’ordine nella sua vita presente. Ci riuscirà? Lo scoprirete solo alla fine di Posto sbagliato, momento sbagliato (Fazi-Darkside).

E’ la sera del 30 novembre e Jen è ancora sveglia, in attesa che il figlio Todd rientri da una serata a casa di amici. Il marito Kelly quasi la prende in giro perché non si sbriga a venire a dormire, ma Jen è inquieta. Todd manda un messaggio che sta rientrando e in effetti è proprio così: la madre lo vede dalla finestra della cucina che caracolla al buio verso casa, quando improvvisamente attraversa la strada per andare incontro a un uomo che accoltella a morte. Jen è sconvolta e inorridita.

Non tarda a mettersi in moto la macchina della giustizia, che preleva Todd da casa per portarlo al commissariato. Jen e Kelly si precipitano per parlare con i poliziotti e vedere il figlio ma non sarà possibile, neanche quando Jen esibisce il tesserino da avvocato. Il ragazzo non può parlare con un avvocato? Certo che sì, ma non con la madre divorzista. Tornassero il giorno seguente con un penalista.

I due genitori tornano a casa distrutti. Non riescono a capacitarsi di quello che è successo. E chi d’altronde ci riuscirebbe?

Jen si distrugge a pensare e a ripensare dove ha sbagliato, perché indubbiamente in qualcosa deve pur aver sbagliato se il proprio ragazzo adolescente si ritrova in un guaio simile! In preda al dolore e all’angoscia quasi all’alba si addormenta, per risvegliarsi di soprassalto ancora più frastornata: è il giorno precedente al fattaccio, il 29. Todd è a casa sorridente, la zucca di Halloween è ancora sul tavolo da intagliare, Kelly è appena sceso a colazione. Che diavoleria è mai questa?

Com’è sinistro rivivere la propria vita a ritroso. Vedere cose che la prima volta non si erano viste. Capire l’orribile significato di eventi che non si aveva idea si stessero svolgendo tutto intorno.

Lo sconvolgimento di Jen arriverà al massimo quando capirà che ogni volta che si abbandonerà al sonno, si sveglierà in un punto del passato sempre più lontano rispetto al 30 novembre. Prima giorni, poi mesi, poi addirittura anni prima, quando Todd non era neanche nato, quando ancora doveva conoscere Kelly.

Dove sarà mai collocato nella time line della sua vita il punto nodale sul quale è ritornata che le può far cambiare il corso degli eventi e modificare il destino di Todd?

Jen è sola ad affrontare il suo dramma in flashback. Chi potrebbe mai crederle?

L’intera sua esistenza perde completamente senso, perché non si riconosce neanche più nella Jen del passato e le sembra di impazzire.

Un odore confortante, di casa: zucchero e cannella, biscotti, una candela spenta da qualche parte. Jen immagina che, da una parte o dall’altra, una versione alternativa di lei ieri sera abbia infornato biscotti. Che strano che cose del genere per lei fossero così importanti allora. Andare a vedere le luci di Natale, preparare e assemblare la casetta di pan di zenzero. E… puf. Scompaiono nella storia, causando solo stress senza lasciare nessuna traccia, come un’orma sulla sabbia che il mare lava via troppo presto. Per tutta la vita si è preoccupata moltissimo di quello che mostrava all’esterno. Di salvare le apparenze. Di avere tutto, la casa con la zucca intagliata in modo che tutti sapessero che l’aveva fatto. Eppure. A che cosa è servito?

Sente di potersi confidare con il collega di studio Rakesh che la mette in contatto con Andy, un suo amico professore della John Moores University, esperto di neuroscienze e interessato alle questioni inerenti la memoria.

“La scienza è un’arte, molto più di quanto non si pensi. Ciò che mi sta raccontando viola la legge della relatività generale di Einstein, ma chi dice che il suo teorema debba controllare la nostra vita? Non è stato dimostrato che il viaggio nel tempo sia impossibile” prosegue. “Se si potesse andare più forte della velocità della luce…”

Andy la ascolterà con vivo interesse ma anche con lui perderà presto i contatti, dato che Jen continuerà a viaggiare nel passato. Lo reincontrerà anni prima quando Andy era solo un giovane ricercatore.

Ed è in quel momento che lo vede in uno stand affollato che si chiama “POSTO SBAGLIATO, MOMENTO SBAGLIATO”. Andy è Andy più giovane, più agile e, cosa molto interessante, anche più sorridente. Sta distribuendo delle brochure. “Fa parte della mia ricerca sui ricordi”, sta dicendo a una donna che è lì con i suoi figli gemelli. Jen ne prende una. Quando i loro sguardi s’incrociano, non c’è niente. Neanche un piccolo baluginio. Ovvio che sia così.

Solo il suo coraggio di donna e l’amore disperato per suo figlio, dirigerà i passi di gambero di Jen fino alla soluzione dell’enigma.

Le torna in mente la loro conversazione riguardo al progetto di scienze di Todd. Che cosa le aveva detto? Di solito non fai molto caso alle mie cose. Pensa alle scatole della pizza, una vuota, l’altra piena, l’altra sera. A come lo aveva lasciato lì. Forse tutto questo è più profondo, più profondo, più profondo della criminalità organizzata, dei mariti bugiardi, degli omicidi.

Il loop spazio-temporale creato dalla McAllister per lo svolgimento della narrazione è un vero colpo di genio. Si resta invischiati fin dall’inizio in questa abile tela di ragno sulla quale il lettore deve procedere in equilibrio in maniera concentrica, filo dopo filo, puntando verso il vero cuore della narrazione.

L’andamento a ritroso è ipnotico e straniante, giacché più si recede nel tempo e più l’azione del personaggio principale è solitaria e incalzante.

Davvero una bomba di soluzione, originale e vincente!

Il tema dell’adolescente accusato di omicidio con un legale come genitore, invece, mi è suonato subito un po’ troppo ridondante con “In difesa di Jacob” di William Landay (ex procuratore lui, ex avvocato la McAllister), con la differenza, però, che i due genitori protagonisti del romanzo di Landay si interrogano a vicenda e si contrappongono anche nelle decisioni, riguardanti il futuro del figlio. Cosa non possibile in “Posto sbagliato, momento sbagliato” giacché la madre protagonista è completamente sola nel suo viaggio introspettivo.

Con ciò non voglio insinuare minimamente che l’una si sia inspirata all’altro, non è così. Quello che notavo è che un tema tanto ben trattato funziona ancora altrettanto bene se inserito in una struttura diversa, come quella creata dalla McAllister.

Ho molto apprezzato, infine, il personaggio di Jen, prototipo di madre troppo presa dal proprio lavoro, e per questo piena di sensi di colpa nei confronti del suo unico figlio. Ma il fatto che proceda da sola, rimuginando i propri pensieri più e più volte, la rende poco lucida (o esageratamente schematica, a seconda dei frangenti).  

Quando Todd dice a Jen che come madre è ok, lei non ci crederà e questo le farà fare un ulteriore passo avanti nella propria ricerca introspettiva. No, lei sa benissimo che ha mancato di notare tante di quelle cose della vita del figlio che sicuramente è biasimevole. Se lo avesse ascoltato di più, guardato di più negli occhi e aspettato sveglia qualche volta in più, forse non sarebbe diventato un assassino.

Un po’ troppo semplicistico, non trovate?

E infatti il punto di arrivo del viaggio di Jen sarà talmente straniante da dover farle riconsiderare la sua intera esistenza.

Con questa settima, riuscitissima fatica, la McAllister si conferma una scrittrice di ottimo valore, da seguire con grande attenzione.

Who is who?

Gillian McAllister è nata a Sutton Coldfield, in Inghilterra, nel 1985. Ha studiato Letteratura inglese e poi Legge. Prima di dedicarsi interamente alla scrittura, ha lavorato come avvocato. Oggi vive a Birmingham. È autrice di sette romanzi bestseller ed è stata finalista al National Book Award. È anche la creatrice e co-conduttrice del popolare podcast Honest Authors. Il suo ultimo romanzo, Posto sbagliato, momento sbagliato, thriller dell’anno per «The Sunday Times» e in fase di pubblicazione in trentasette paesi, è stato un successo clamoroso che ha conquistato lettori, librai e scrittori dominando le classifiche di vendita per mesi.

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Posto sbagliato, momento sbagliato
  • McAllister, Gillian (Autore)

Articolo protocollato da Monica Bartolini

Monica Bartolini (Roma 1964) si afferma nel mondo della scrittura gialla con i romanzi della serie del Maresciallo Nunzio Piscopo (Interno 8 e Le geometrie dell'animo omicida, quest'ultimo finalista al Premio Tedeschi nel 2011). Nel 2010 vince il Gran Giallo Città di Cattolica per il miglior racconto italiano in ambito mystery con il racconto Cumino assassino, compreso nell'antologia 10 Piccole indagini (Delos Digital, 2020). Autrice eclettica, per I Buoni Cugini Editori pubblica nel 2016 Persistenti tracce di antichi dolori, una raffinata raccolta di racconti gialli storici che ha per filo conduttore le vicende legate al ritrovamento di alcuni reperti storici, che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle teche dei musei di tutto il mondo, e nel 2019 la terza investigazione del suo Maresciallo dal titolo Per interposta persona. Collabora con i siti www.thrillercafe.it e www.wlibri.com per le recensioni ed è membro dell'Associazione Piccoli Maestri - Una scuola di lettura per ragazzi e ragazze che si occupa di leggere i classici nelle scuole italiane. Bibliografia completa in www.monicabartolini.it Contatti: [email protected]

Monica Bartolini ha scritto 89 articoli: