Mala suerte – Marilù Oliva
Dopo i successi di ¡Tu la pagarás! e Fuego, torna in libreria Marilù Oliva con il suo nuovo romanzo, Mala suerte, in uscita per Elliot.
Con questo libro si chiude la trilogia dedicata alla Guerrera, personaggio di spessore indiscutibile e inserito nel contesto allo stesso modo originale delle notti salsere bolognesi: le auguriamo un grande ¡buena suerte!, con la speranza di trovarla di nuovo in pista, prima o poi.
Titolo: Mala Suerte
Autore: Marilù Oliva
Editore: Elliot
Anno: 2012
Aspettavamo trepidanti questo terzo episodio delle avventure di Elisa Guerra, la salsera capoeirista che ci aveva già intrattenuti e intrigati nei due precedenti capitoli con la sua caparbia e con le sue irresistibili schermaglie. Lo sfondo (la Bologna dai numerosi locali di salsa) ha la stessa carnevalità , i personaggi principali sono i soliti (l’avvenente Princesa, la distrattissima dottoressa Buldini, lo stravagante DJ El Pony, ecc.); ai brutti ceffi, coi quali ha a che fare abitualmente, s’è però aggiunta una cricca di bimbiminkia cresciutelli che le dà filo da torcere. Le circostanze sono peggiorate dal fatto che La Guerrera deve fare anche i conti con quella che, nonostante il suo scetticismo innato, si rassegna ad approvare come cieca e incontrollabile sfiga.
Marilù Oliva, con una sintassi e un lessico più raffinati rispetto al passato, ci sottopone nuovi temi metafisici, alchemici e filosofici, approfonditi nelle disquisizioni che ha la sua eroina con l’inseparabile amica Catalina. Le riflessioni sul “liberi soggiacete” dantesco, sulla fortuna e sul destino sono intervallate dalle azioni fumettistiche alle quali ci ha abituati l’autrice. In Mala Suerte l’attenzione è rivolta a quella che è un’indiscutibile costante del noir italiano degli ultimi anni: l’innesto, ormai consolidato, di mafie e cellule delinquenziali straniere nel tessuto della criminalità italiana; russi, cinesi, sudamericani (come nel nostro caso), non solo sono stati arruolati nelle file delle nostre cosche, sono giunti, ormai da anni, ad avere le potenzialità per reclutare, a loro volta, elementi della malavita nostrana nelle loro famiglie o nelle loro bande. Marilù Oliva riferisce della fascinazione che esercitano queste bande di incontrollabili teppisti sui giovani, e degli italiani che tendono a fare branco con loro, attratti dalle riproposizioni sul web delle loro illegali scelleratezze. Il romanzo contiene, ancora una volta, un tasso fisso di ammaliante sensualità (con i colorati ritmi caraibici a fare da concreta colonna sonora); il tortuoso rapporto di Elisa con l’ispettore Basilica sembra finalmente destinato a distendersi, e il finale è decisamente “pungente” (divertitevi a scoprire il perché). Siamo davvero curiosi di leggere Marilù Oliva alle prese con altri contesti (come quello del suo ottimo esordio Repetita), ma a lettura ultimata il timore di non potersi più divertire con le vicende della sua Guerrera (un personaggio riuscitissimo che anima una prosa che insegna sempre qualcosa), lascia un po’ amareggiati, come alla fine di un’estate che ha regalato emozioni.
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