L’uomo dei sussurri – Alex North
Buona la prima per il debuttante inglese Alex North, di Leeds, il cui romanzo d’esordio ottiene un successo internazionale tale da venire tradotto in venti paesi. Per l’Italia è Mondadori ad accaparrarsi i diritti de L’uomo dei sussurri, affidandone la traduzione a Sara Bilotti e Luca Briasco. Definito dal giallista nordirlandese Steve Cavanagh come “il miglior romanzo poliziesco del decennio”, elogiato da autori inglesi e americani del calibro di C.J. Tudor, A.J. Finn (Dan Mallory), Mark Billingham, questo thriller non poteva non suscitare grande curiosità e aspettative.
“Per tutti questi anni ti ho detto infinite volte che non c’era niente di cui aver paura. Che i mostri non esistono. Mi dispiace di averti mentito”
La trama si sviluppa lungo due linee narrative che si alternano avanzando in parallelo. Nella prima (scritta al tempo verbale passato con punto di vista in terza persona) Neil Spencer è il figlio di sei anni di una coppia di alcolisti separati. Ha trascorso la giornata a casa del padre, che nel tardo pomeriggio è già troppo ubriaco per riportarlo a casa dalla madre. Sono circa le ore 18:00 quando Neil si incammina da solo. I due genitori, però, non si sono accordati sull’orario di ritorno del figlio, così la madre chiama a casa del padre soltanto alle 19:39, quando ormai Neil sarebbe dovuto essere a casa da oltre un’ora. Dov’è finito? Il detective Pete Willis, cinquantasei anni e una vita al servizio dei cittadini della piccola Featherbank, si danna l’anima per ritrovare il ragazzino. Man mano che le ricerche falliscono cresce però in lui un brutto presentimento, insieme al ricordo di qualcosa accaduto vent’anni prima, quando un certo Frank Carter sussurrava strane frasi alle finestre, prima di rapire e uccidere cinque bambini.
Della seconda linea narrativa (sempre al passato, ma in prima persona) è invece protagonista lo scrittore precario Tom Kennedy, insieme a suo figlio Jake: un bambino problematico e taciturno, più incline a frequentare i suo amici immaginari che quelli reali. L’esistenza di entrambi (padre e figlio) è stata segnata da una tragedia, da un’incolmabile perdita: la morte prematura di Rebecca, moglie di Tom e madre del piccolo Jake. I due decidono così di lasciarsi alle spalle il passato e di trasferirsi in una bizzarra casa, scelta proprio dal ragazzino, sul tablet del papà. Traslocano così nella cittadina di Featherbank, dove sperano di costruire un rapporto migliore tra loro, di ricominciare una vita “normale”. Ma – così le due linee narrative si riuniscono – a Featherbank la comunità è sconvolta dalla scomparsa del piccolo Neil e dal fantasma del mai dimenticato serial killer Carter, “l’uomo dei sussurri”.
Potremmo definire questo romanzo un thriller inquietante con interessanti venature e contaminazioni di vari altri generi: dal giallo/poliziesco, al noir/horror, fino al drammatico con momenti toccanti. I meccanismi della suspense sono perfettamente oleati. La tensione è palpabile e si genera quasi in maniera automatica quando pensiamo che il rapimento di un bambino è il peggior incubo di ogni padre, mentre i peggiori incubi dei bambini prendono forma quando i genitori spengono la luce, e allora i rumori (come quello del vento) divengono sinistri e misteriosi, come suoni di creature maligne o nemiche, o richiami dell’uomo nero. Questi automatismi non sarebbero però scattati se l’intero marchingegno non fosse stato creato ad arte. I personaggi, ad esempio, sono tutti ben caratterizzati e interagiscono tra loro con credibilità, naturalezza e intensità. Da questo punto di vista merita un encomio particolare la relazione padre-figlio tra Tom e Jake, destinata con ogni probabilità a far breccia in profondità nella mente del lettore. Per il resto si tratta di un lavoro che, pur non presentando delle novità consistenti o un’originalità molto spiccata, si lascia comunque apprezzare sotto tutti i punti di vista. Gli ingredienti per un thriller di successo ci sono tutti: dal serial killer al detective che va a trovarlo in carcere (richiamo implicito al miglior Thomas Harris, quello de “Il Silenzio degli innocenti”), dai bambini con sensibilità e visioni particolari (in stile “Il sesto senso”), alla casa stregata. Il tutto avviluppato in un’atmosfera soffice e nera, dolce e solfurea, che ricorda vagamente quella di “Pet Sematary” del maestro Stephen King. Nel complesso una lettura molto interessante.
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