bestie-di-satanaIl libro recensito oggi è Le Bestie di Satana, di Gabriele Moroni, approfondimento sulla setta assassina che uccise forse 18 persone.

Titolo: Le Bestie di Satana – Voci dall’incubo
Autore: Gabriele Moroni
Editore: Mursia
Anno di pubblicazione: 2005
Pagine: 224

Trama in sintesi:
Il 17 gennaio 1998 da un pub di Milano scompaiono Fabio Tollis, 16 anni, e Chiara Marino, 19. Per sei anni il padre del ragazzo non si arrende al più terribile dei sospetti
e lo cerca disperatamente in tutta Italia, interpellando la trasmissione Chi l’Ha Visto e informando la polizia di ogni nuovo indizio. Il 24 gennaio 2004 Mariangela Pezzotta, 27 anni, viene trovata assassinata in uno chalet della provincia di Varese. Quando viene a sapere di questo delitto, il signor Michele Tollis ha un’illuminazione: si convince che la morte della ragazza sia collegata alla sparizione del figlio, caso mai risolto. Non solo. In testa ha anche un nome: Andrea Volpe, ex fidanzato di Mariangela e, guarda caso, vecchio amico di Fabio. Anzi, non c’è solo lui. Da tempo ormai il signor Tollis crede che la compagnia frequentata dal figlio sia dedita al culto del Diavolo e che sia responsabile della sua scomparsa. Viene così alla luce un mondo fatto di messe nere, di festini a base di droga e alcol, di orge e di allucinazioni. Viene alla luce il mondo delle Bestie di Satana. Gabriele Moroni, inviato de Il Giorno, ha seguito per un lungo periodo la penosa ricerca della verità da parte del signor Tollis ed è stato al suo fianco fino all’inevitabile conclusione, sancita dall’arresto di Andrea Volpe, Nicola Sapone, Marco Zampollo, Eros Monterosso, Mario Maccione, Pietro Guerrieri, Paolo Leoni, Elisabetta Ballarin e Massimiliano Magni (assolto per non aver preso parte ai fatti).
Il libro ricostruisce la vicenda tramite le testimonianze di chi, in un modo o nell’altro, è stato coinvolto nella follia di questi ragazzi. Ecco allora il diario tenuto in carcere da Mario Maccione, le parole di Michele Tollis, la disperazione della famiglia di Mariangela, il racconto dettagliato delle indagini da parte del procuratore Tiziano Masini. Il 28 maggio 2004 i resti di Chiara Marino e Fabio Tollis sono stati ritrovati, sepolti in un bosco di castagni vicino Somma Lombardo.

“Il comportamento criminale è appreso in interazione con altre persone in un processo di comunicazione.
La parte principale dell’apprendimento criminale si verifica in gruppi personali affiatati.”
Il sociologo e criminologo E.H. Sutherland spiega così, con la sua teoria dell’associazione differenziale del 1939, il fenomeno della devianza giovanile. Nonostante risulti oggi scontato che il comportamento delinquenziale, sia esso posto in essere da adulti o da adolescenti, è determinato anche da un insieme di componenti psicologiche e cliniche e non solo da fattori sociali, e che il grande difetto di questo approccio è l’assenza di autodeterminazione da parte del soggetto, è innegabile che la teoria dell’associazione differenziale appaia più che mai attuale quando ci si imbatte nella disgraziata
storia dei giovani assassini noti come le Bestie di Satana. Leggendo il libro di Moroni si incontrano i clichè tipici dei “ragazzi difficili” degli anni ’90, in perenne lotta col mondo: musica heavy metal, abbigliamento rigorosamente nero, piercing e orecchini, capelli lunghi e carnagione emaciata, droghe in abbondanza. Per molti di loro, una volta cresciuti rimane solo il ricordo di una fase della vita, per altri (per fortuna pochi) la smania di ribellione va oltre e si traduce in azioni che cambieranno il corso della loro intera esistenza. E’ ciò che succede nell’hinterland milanese quando il Diavolo comincia ad uccidere. Lascia esterrefatti lo sconvolgente livello di estraniamento dalla realtà che in poco tempo si è impossessato dei ragazzi, trasformandoli da teppistelli che infastidiscono i passanti a feroci assassini senza un briciolo di rimorso. Dalle croci rovesciate e dai simboli esoterici si passa in un attimo a coltelli e fucili. La confessione resa per iscritto da Mario Maccione in cella è un’ interminabile sequenza di “ero strafatto”, “non capivo più niente”, “come al solito mi ero drogato”, “avevo bevuto troppo”.
Minacce, ricatti, ustioni da sigaretta, morsi e altre violenze fisiche e psicologiche sono la spina dorsale della setta che velocemente prende forma, il terrore e l’assoggettamento totale della propria volontà a quella del gruppo sono la linfa di cui si nutre il patto di sangue che lega i componenti. Ho letto un’infinità di saggi su
serial killer di ogni genere, ma la voce di Mariangela Pezzotta che sul suo diario confida: “Lui pensa solo a farmela pagare, ce l’ha sempre con me. Penso che morirò presto, è questione di poco”, è francamente insopportabile. Non vi nascondo che questo libro è pieno di frasi orribili ed episodi incredibili.
Non è colpa dell’autore, che si limita a fare il punto della situazione elencando gli avvenimenti e facendo da collante tra le varie testimonianze. In questo caso infatti l’autore appare più che altro un narratore fuori campo, eccezion fatta per il capitolo che raccoglie le parole di Michele Tollis, il padre di una delle vittime, con il quale Moroni ha allacciato un rapporto di stima e affetto.
Le Bestie di Satana rappresentano una delle pagine più conosciute e agghiaccianti della recente storia criminale italiana. Negli ultimi tempi ci sono stati sviluppi che Voci dall’Incubo non cita perchè posteriori alla sua pubblicazione. Sono divenute definitive le condanne di alcuni imputati, Nicola Sapone e Andrea Volpe sono indagati per altri delitti e ci sono testimoni terrorizzati che dicono che la setta esiste ancora e continua a minacciarli. Qualcuno ha insinuato il dubbio che dietro al gruppo non ci fosse il culto del maligno ma un’organizzazione di stampo mafioso che ha contatti con la n’drangheta calabrese. In molti credono che i nodi da sciogliere riguardo lo svolgimento dell’intera vicenda siano ancora troppi, che forse l’ammontare dell’orrore sia 18 omicidi e non 3, che Volpe abbia raccontato una montagna di fandonie per avere uno sconto di pena e che sia lui l’unico responsabile. Comunque stiano le cose, e forse la verità non la sapremo mai, restano le morti di Chiara, Fabio e Mariangela, e le vite per sempre distrutte dei loro cari.

Giada Melarini

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