La persecuzione delle sorelle Mansfield – Xenobe Purvis
Cari affezionati avventori del Thriller Café, ben trovati al bancone letterario più fornito del web. Oggi vi servirò il mio commento su “La persecuzione delle sorelle Mansfield“, il romanzo d’esordio della scrittrice anglo-giapponese Xenobe Purvis, pubblicato in Italia da Mondadori.
Tanto per cominciare, ambientazione e contesto spazio-temporale fanno ben immaginare che non bisogna aspettarsi un thriller propriamente detto, o comunque un thriller per come lo intendiamo oggi. Siamo, infatti, nell’Inghilterra del XVIII secolo. A Little Nettlebed, piccolo villaggio sulle rive del Tamigi, sta accadendo qualcosa di insolito: pare che le cinque sorelle Mansfield – cinque ragazze che vivono in una fattoria isolata insieme al vecchio nonno cieco – da qualche tempo siano “strane”… corre voce che, al calar della notte, si odano latrati demoniaci e c’è chi giura di averle viste trasformarsi in… cani. Ebbene, il villaggio è piccolo, la voce corre veloce, si gonfia, cambia contorni, si arricchisce di nuove ramificazioni, fino a diventare incontrollabile. E lì sì che può accadere di tutto.
“La storia si diffuse come lingue di fuoco. La gente era rapita, incantata, così incantata che non si accorse quando la cosa iniziò ad assumere una nuova dimensione. A Pete Darling era parso di aver visto qualcosa al tramonto, fu così che iniziò. Ma ben presto la storia cambiò e si gonfiò”.
Ebbene, “La persecuzione delle sorelle Mansfield” non è un thriller propriamente detto: potremmo definirlo un giallo senza soluzione, o forse – ancora meglio – un gotico che, però, non riesce davvero a far paura. C’è, in queste pagine, un’inquietudine diffusa e strisciante, come quella che si prova percorrendo strade isolate al calar della sera: sei vagamente in allarme perché non sai cosa potresti trovare ad aspettarti svoltando l’angolo, ma non c’è nulla, solo un’altra strada isolata, e così finché non arrivi al sicuro nella tua auto con una sensazione di scampato pericolo. Inquietudine, appunto, ma mai vera tensione. Se c’è, però, qualcosa in cui eccelle questo libro, è nel mostrarci con chiarezza e semplicità quanti danni possa provocare il pregiudizio, la grettezza, l’ignoranza. Una voce che si alimenta può ben presto portare a conseguenze ben maggiori della semplice diceria delle solite malelingue, conseguenze che potrebbe non essere così facile arginare.
In definitiva, “La persecuzione delle sorelle Mansfield” è una buona lettura, un buon esordio nel campo della narrativa, anche se come giallo/thriller è poco scuro per i miei gusti… manca quel qualcosa, quel brivido, quella finalizzazione in più.
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