Il quarto capitolo della serie di Patrizia Rinaldi con protagonista la sovrintendente ipovedente Blanca Occhiuzzi si intitola La danza dei veleni ed è stato pubblicato da E/O nel 2019. Ne parliamo oggi al Thriller Café.

Dopo l’iniezione di novità impressa alla serie dal terzo capitolo, “Rosso caldo“, questo quarto romanzo è un po’ un passe-partout, un romanzo di consolidamento, con un’interessante trama gialla, ma un po’ statico, quasi bloccato, sul piano trasversale, nell’ambito delle relazioni tra i personaggi. È alquanto destabilizzante, in effetti, l’aria pesante che si respira in commissariato e non solo: nessuno si parla, tutti covano fuochi che potrebbero divampare da un momento all’altro e intanto si isolano nel proprio personale risentimento. Ed ovviamente a farne le spese è l’indagine, anzi le indagini, che languono in attesa che le varie menti che si arrabattano a risolverle facciano lo sforzo di parlarsi, confrontarsi, connettersi.

Due, infatti, sono i filoni d’indagine di cui oltre a Pozzuoli si occupano vari commissariati napoletani: uno, innescato dalla morte di due giovani e stimati veterinari, riguarda un possibile traffico di animali; l’altro invece riguarda la morte di una donna morsa da un ragno pericolosissimo la cui presenza in città è ingiustificata e va evidentemente chiarita. Il problema è che la donna non sarà l’unica vittima. Possibile che i due casi siano collegati? Cosa – e chi – c’è dietro?

“Il negozio di Capodichino era diventato un’isola inaccessibile. A quell’ora passavano di là i frequentatori abituali del quartiere, quelli che sapevano e che perciò facevano giri larghi per tenersi lontani dalla serranda chiusa. La morte di Giordana la Befana faceva paura. Da viva, la donna era l’incarnazione della prevedibilità rassicurante: di una bruttezza ordinaria, con gli altri negozianti della via aveva un rapporto neutro, coltivava il sogno banale di andarsene lontano, amministrava con difficoltà una situazione economica comune a tanti. I suoi giorni erano sempre uguali, scanditi dai tempi consueti dell’apertura del negozio con gli stand dai guinzagli brutti, i pochi clienti, le sigarette fumate sul gradino. La chiusura era l’arrivederci a un’altra mattina uguale, già consumata.

Da morta invece Giordana Speranza era diventata l’imprevisto spaventoso che afferra anche le persone qualsiasi, il veleno che arriva lo stesso, anche se ti sei nascosto nella mediocrità. Era l’incidente violento, più cieco della fortuna”.

Blanca, dal canto suo, è sempre più inquieta, sfuggente, un animale ferito, più selvatica che mai.

Nel complesso “La danza dei veleni” è, come detto, un quarto volume dalla trama interessante, ma più statico del precedente… sarà propedeutico ad un quinto capitolo scoppiettante? Lo scoprirete presto, intanto vi consiglio di leggere la serie dall’inizio, nell’ordine in cui è stata scritta: “Blanca“, “Tre, numero imperfetto“, “Rosso caldo” e poi questo “La danza dei veleni“. Mi raccomando, non barate!

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La danza dei veleni. Il ritorno di Blanca
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Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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