978-88-541-5796-5Scrittore eclettico fattosi notare inizialmente nel mondo della science fiction (Premio Urania nel 1994), Massimo Pietroselli pubblica per i tipi di Newton Compton il suo nuovo thriller storico dal titolo di La congiura di Praga.
Siamo nel 1605 e Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, vive nel suo eccentrico castello circondato da collezioni d’arte meravigliose, alchimisti e imbroglioni, assolutamente sedotto dalla notizia che il misterioso dottor Fasstolf si trova a Praga. La leggenda vuole che il misterioso medico, grazie ai suoi folli e segreti esperimenti, possa dar vita a creature mostruose e deformi, il genere di aberrazioni che piace alla fantasia malata dell’imperatore. Rodolfo II, che di certo non vuole lasciarsi scappare l’opportunità di incontrarlo, affida il compito di cercarlo a Leonia, sua personale “cacciatrice” di rarità e stranezze. La donna si mette quindi sulle tracce dell’enigmatico dottore, ignara del fatto di non essere la sola a dar la caccia a Fasstolf. Grifo, l’uomo da cui si è separata molti anni prima, è anch’egli intenzionato a trovarlo. I due finiranno però per trovarsi coinvolti in un intrigo, di cui lo stesso Fasstolf non è che una pedina. La resa dei conti arriverà durante la mitica e spettrale notte di Valpurga, in cui le streghe escono dai loro rifugi e si abbandonano alle danze più sfrenate…

Tratto dal sito dell’editore, da cui è possibile scaricare circa 30 pagine in PDF, vi riportiamo l’incipit:

Una volta, un vecchio marinaio gli aveva detto: «Galleggiamo tutti su un oceano sconosciuto.
Alcuni, protetti da amorevoli insenature, trascorrono una vita tranquilla, cullati da onde pigre.
Altri vengono travolti da tempeste improvvise, così violente che non riemergono più, e rimangono nell’abisso, le ossa che rotolano su un fondale limaccioso.
I più vengono lanciati lontano dalle onde insensate, ma tornano comunque a galleggiare, sebbene sotto un cielo sconosciuto, e passano il tempo a ricordare i giorni tranquilli e felici e a chiedersi quale sia il significato della vita, e se e dove troveranno un’insenatura.
Galleggiamo tutti su un oceano sconosciuto, e siamo tutti relitti».
Adesso quel vecchio marinaio era di certo morto, e l’uomo che sedeva davanti al fuoco, nella notte estiva, aveva più volte cambiato cielo. La folta barba e i capelli lunghi erano grigi, ma le spalle erano ancora dritte e le braccia forti. La pelle era bruciata dal sole di intere stagioni vissute all’aperto, e una raggiera di segni bianchi attorno agli occhi sottolineava l’espressione spesso corrucciata.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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