Il prezzo della purezza - Vito Franchini

Siamo alla terza avventura di Sabina Mondello e Nardo Baggio. Esce infatti per Giunti “Il prezzo della purezza” di Vito Franchini, che prosegue idealmente il filo rosso avviato con le altre due opere (qui trovate la recensione della seconda che rimanda alla prima). Sempre temi di carattere sociale sono quelli di cui si occupa Franchini e, se possibile, in questo caso si tratta di una questione ancora più delicata, quella delle mutilazioni genitali femminili.

Franchini ha numerose doti che rendono piacevole la lettura del suo romanzo. Costruisce una trama al contempo scorrevole e accattivante, delinea molto bene i suoi personaggi. Ha il pregio di essere colto, ma non pedante e di documentare molto bene le sue narrazioni. Come leggiamo nella nota finale, la ricchezza di particolari accurati che cita nelle descrizioni è favorita dall’aver vissuto nei luoghi di cui parla e questo non è sicuramente un difetto. Tra l’altro la nota finale va letta perché scritta con molta passione. Franchini non è un opportunista e si vede che quando tratta un tema impegnato, lo fa con tutta la passione che serve.

Curioso (mi pare l’aggettivo più adeguato) è il suo eroe Nardo Baggio. Un po’ Smiley che io mi sono immaginato con il trench e impersonato da Michael Caine, un po’ Indiana Jones e un po’ Jack Reacher. Ma da questa combinazione esce un mix che funziona e che ci fa subito appassionare alla sua aura di mistero e quasi ubiquità. Forse più standard Sabina Mondello, dirigente della Mobile scaltra e appassionata, rapita dal fascino di Baggio e dalla sua sfuggevolezza (a differenza degli altri due romanzi, in questo i due si cercano molto ma si trovano poco).

Come già detto, il tema di fondo, che Franchini prende da un collage di storie reali, è quello delle mutilazioni genitali femminili, tema sul quale si costruisce alla perfezione la riflessione sul relativismo culturale e sul (vero o presunto) scontro di civiltà. Ne “Il prezzo della purezza” questa riflessione è fatta in modo impeccabile. Senza intellettualismi, preconcetti e “sbrodolamenti”, ci si limita ai fatti reali e da quelli, con sano pragmatismo, si costruisce un ragionamento morale che coinvolge il lettore. In questo senso, Franchini scrive una sorta di pamphlet di denuncia. Troppi, ci sembra dire l’autore, tollerano e si voltano dall’altra parte. Questo è invece il tempo di agire, di prendere posizione e di contrastare.

Difficile ovviamente parlare di questo tema senza accennare al tema più ampio delle migrazioni e delle loro conseguenze. E qui devo dire che Franchini è sempre misurato nelle argomentazioni che emergono, senza pregiudizi e distorsioni, pur essendo l’argomento tra i più sdrucciolevoli che ci possano essere. Non esiste uno scontro di culture, perché quando si cerca, il dialogo si trova e si costruiscono ponti (come molti personaggi del romanzo ci aiutano a capire). Basta volerlo e liberarci dalle posizioni di presunta supremazia culturale.

Ma forse la cosa che sopra tutte mi è piaciuta di più di tutto il romanzo è l’amore che traspare con tutta evidenza dalla descrizione per le città del Maghreb. Un amore sconfinato, fatto di conoscenza profonda dei luoghi, delle culture, delle storie. Un amore che aiuta a trattare ancora meglio il tema delle mutilazioni genitali femminili, perché lo colloca nella giusta prospettiva.

In ultimo, in questa veloce carrellata sui temi sociali del romanzo, un plauso anche alle pagine estremamente vivide ed evocative con cui Franchini ci parla del tema delle dipendenze da sostanze. Raramente mi è capitato di leggerne di così ben fatte.

Concludendo, direi che quindi che “Il prezzo della purezza” è un romanzo da leggere. Serve per riflettere meglio sui temi che rischiano di corrodere la convivenza civile. E serve anche per farci innamorare dei luoghi che stanno dall’altra parte del Mediterraneo, ammesso che ce ne fosse bisogno.

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Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 144 articoli:

Libri della serie "Nardo Baggio e Sabina Mondello"

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