“Dimmi qualcosa che non sapevo già” è l’esortazione che l’ispettrice Lottie Parker dell’An Gardia Sìochàna, la Polizia irlandese, ripete ai colleghi nelle fasi concitate della sua quinta investigazione I bambini silenziosi, scritta da Patricia Gibney ed edita da Newton Compton Editori. Chi tace cosa e perché, cercate di scoprirlo assieme a Lottie, ma vi consiglio di non fermarvi alle ovvietà per non farla spazientire…

Nella finale di campionato, l’undicenne Mickey Driscoll segna il gol della vittoria e la festa impazza nel piccolo centro sportivo di Ragmullin. L’allenatore si congratula con i suoi ragazzi e offre un panino a tutti, bambini e genitori, nel McDonald non distante. Mickey è doppiamente felice perché trascorrerà la notte a casa dell’amico Toby Collins. La mamma gli ha dato il permesso e già pregusta delle sfide alla Play con il suo amico, ma questi sembra essersi dimenticato di quell’invito speciale e Mickey sgattaiola deluso fuori dal Mc. Nel buio della notte una macchina con a bordo una persona che conosce bene si ferma per dargli un passaggio. Il suo corpo sarà rinvenuto il giorno successivo.

Quel lunedì mattina Lottie Parker è fuori di sé perché il suo capo la sta già pressando per risolvere il caso di un neonato morto, trovato nel fiume da due ragazzini che pescavano nei pressi: uno si chiama Barry Duffy e l’altro è suo figlio Sean.

Come si sta riducendo Ragmullin?, si domandò Lottie. La città stava morendo sotto gli occhi di tutti, intrappolata in un pantano di corruzione, omicidi e abusi. Ormai ne aveva avuto abbastanza. E ora più che mai, la preoccupava l’idea di far crescere lì i suoi figli. Nella sala operativa in centrale c’era un’unica foto appesa alla lavagna. Il neonato senza nome. (pag. 45)

Quando si scoprirà il secondo cadavere di un ragazzino, amico di Mickey e Toby, l’investigazione assumerà risvolti quanto mai inquietanti. Il mutismo nel quale molti si chiudono è forse dettato da un segreto da custodire, a rischio della propria incolumità e di quella dei propri cari?

Una corsa verso il tempo, la tenacia degli investigatori, l’apparente invisibilità dell’assassino sono gli elementi chiave di questa sconvolgente e rocambolesca indagine, nella quale qualcuno perderà la vita, altri l’onorabilità, altri ancora l’innocenza. Per sempre.

Lottie camminò avanti e indietro di fronte alle lavagne: “L’assassino voleva che venisse trovato. Penso che stia mandando un messaggio. Se è così, quale?” (pag. 121)

E’ la prima volta che affronto un thriller della scrittrice irlandese Patricia Gibney ma sono entrata subito in sintonia con Lottie Parker, personaggio seriale che attraversa la sua intera produzione narrativa. Lo sforzo dell’Autrice di rendere intellegibile il percorso umano di Lottie è evidente anche se, per esempio, non si capisce come è morto il marito Adam negli episodi precedenti (ndr: il marito della Gibney era militare ed è morto di malattia, sarà un puro parallelismo?).

A parte ciò, mi è piaciuto il ritmo sostenuto, proprio di un’indagine serrata, dove i protagonisti sono frastornati dal sonno, avvinghiati a fragili prove che alimentano fallaci speranze, e attanagliati da ataviche paure, legate alle vicende in essere ma anche alle proprie angosce esistenziali.

Grande plauso per la vividezza dei personaggi (specialmente i ragazzini) e per l’attenzione ai dettagli di raccordo che ogni thriller necessita per essere fruibile dal lettore anche se, a proposito di fruibilità del testo, un rilievo, invero, ce l’avrei: con tutta la sequela di nomi e cognomi tra poliziotti, famiglie, bambini, sospettati vari, uno stacco grafico tra un paragrafo e l’altro all’interno dei capitoli lo avrei gradito. Non si può parlare di Tizio e di ciò che pensa e, una riga dopo, entrare nel mondo di Caio senza soluzione di continuità.

Beh, ormai mi sono affezionata a Lottie Parker e non vedo l’ora di scoprire cosa succederà quando si trasferirà nella nuova casa, se la storia con Boyd decollerà, se riuscirà a togliersi di torno il detective di New York che asserisce essere il suo gemello, se farà pace con sé stessa ed i suoi demoni interiori.

Una piccola curiosità. A pag. 409 troverete Una lettera da parte di Patricia, con la quale la scrittrice intende ringraziare i lettori e coinvolgerli più direttamente nella sua attività, attraverso il proprio blog.

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I bambini silenziosi
  • Editore: Newton Compton Editori
  • Autore: Patricia Gibney , Laura Miccoli

Articolo protocollato da Monica Bartolini

Monica Bartolini (Roma 1964) si afferma nel mondo della scrittura gialla con i romanzi della serie del Maresciallo Nunzio Piscopo (Interno 8 e Le geometrie dell'animo omicida, quest'ultimo finalista al Premio Tedeschi nel 2011). Nel 2010 vince il Gran Giallo Città di Cattolica per il miglior racconto italiano in ambito mystery con il racconto Cumino assassino, compreso nell'antologia 10 Piccole indagini (Delos Digital, 2020). Autrice eclettica, per I Buoni Cugini Editori pubblica nel 2016 Persistenti tracce di antichi dolori, una raffinata raccolta di racconti gialli storici che ha per filo conduttore le vicende legate al ritrovamento di alcuni reperti storici, che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle teche dei musei di tutto il mondo, e nel 2019 la terza investigazione del suo Maresciallo dal titolo Per interposta persona. Collabora con i siti www.thrillercafe.it e www.wlibri.com per le recensioni ed è membro dell'Associazione Piccoli Maestri - Una scuola di lettura per ragazzi e ragazze che si occupa di leggere i classici nelle scuole italiane. Bibliografia completa in www.monicabartolini.it Contatti: [email protected]

Monica Bartolini ha scritto 89 articoli:

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