Amici del Thriller Café, oggi vi proponiamo qualcosa di un po’ diverso dal solito, vale a dire… un podcast. Che cos’è un podcast? In parole povere – e ci perdonino i più tecnologici tra i nostri avventori – è un file da ascoltare, disponibile online. Questa forma di fruizione di contenuti, simile alla radio, ma disponibile on demand, si è diffusa dapprima negli Stati Uniti, ma sta prendendo sempre più piede anche qui in Italia.
Dunque, il podcast di cui parliamo oggi si chiama Demoni Urbani, è prodotto da Gli Ascoltabili, ed è disponibile gratuitamente su Spotify, Soundcloud, o semplicemente collegandosi a questo link.
Il podcast, curato da Simone Spolandori, conta più di trenta episodi, ciascuno della durata di mezz’ora, in cui l’attore Francesco Migliaccio ci racconta alcuni tra i più terribili delitti della storia del crimine italiana. Ogni episodio è riferito a una città e nell’ascoltarlo si ha quasi l’impressione che sia la città stessa a raccontarlo: Demoni Urbani non si limita a raccontare il crimine, ma lo contestualizza in modo brillante, fotografando con le parole anche lo scenario che lo circonda.
Le varie puntate, ciascuna delle quali ascoltabile in modo indipendente, raccolgono un’ampia gamma di pagine “nere” della storia italiana, alcune note, altre molto meno. È così che, lasciandovi ammaliare dalla voce profonda e dalle pause sapienti di Francesco Migliaccio, ripercorrerete il caso del Mostro di Firenze, delle Bestie di Satana, del Vampiro di Bergamo, della Iena di San Giorgio, delle Avvelenatrici di Palermo, di Ludwig… Ho citato soltanto i miei casi preferiti, ma la lista è ancora lunga e riserva molte sorprese.
In un’occasione, la puntata speciale di Halloween, Demoni Urbani abbandona anche i nostri confini per raccontare, una storia – davvero orribile – accaduta a Liverpool.
Malgrado il tono decisamente cupo delle storie – o forse proprio grazie a questo! – l’esperienza dell’ascolto è decisamente piacevole e intrigante: si ha la sensazione di tornare ai tempi in cui ci venivano lette le storie e, a differenza di quanto accade con la televisione, la fantasia è molto più libera di vagare. Senza contare il fatto che, mentre si ascolta, si è anche liberi di fare altre cose.

Tanto gli autori che l’interprete di Demoni Urbani hanno il merito di saper scendere nel “cuore di tenebra” dei casi che raccontano, descrivendo, senza cedere alla retorica e alla banalità, i meandri della psiche degli assassini e le motivazioni che li hanno spinti a compiere i loro delitti.

Insomma, Demoni Urbani è sicuramente un’esperienza d’ascolto interessante, un modo nuovo – e per molti di noi insolito – di fruire di storie True Crime raccontate con grande maestria. Buon ascolto!

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

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