Pubblicata per Einaudi nel maggio 2019, Cronaca nera raccoglie Career Girls Murders e Clash by Night, due degli ultimi racconti di James Ellroy, il demon dog del noir mondiale. Ce ne occupiamo oggi al Thriller Cafè.
Career Girls Murders è il resoconto pregno d’amarezza d’un detective della polizia di New York. Ormai prossimo alla morte, l’uomo ripercorre le tappe dell’Indagine della sua Vita: il caso Wylie-Hoffert, un duplice omicidio avvenuto (realmente) a Manhattan il 28 agosto 1963, lo stesso giorno in cui “poco” lontano, a Washington, centinaia di migliaia di americani marciavano per l’uguaglianza insieme a Martin Luther King.
Clash by Night è invece ambientato a Los Angeles, precisamente a “West Hollyfolle”. È il 12 febbraio 1976 quando Sal Mineo, un attore cinematografico “di mezza tacca”, viene ucciso in un vicolo, a pochi passi da casa. Nei mesi successivi la Polizia di LA sviscera (in prima persona plurale) ogni particolare della Vita della vittima, ma tra dettagli scabrosi e false testimonianze, la verità resta una chimera.
Come ogni altra opera di James Ellroy, Cronaca Nera si legge con difficoltà, ma tutto d’un fiato; lo stile è se possibile ancor più estremizzato, e sferzante, seghettato; maniacale è la cura che l’Autore rivolge a ogni dettaglio.
“Il tempo è un amico di passaggio” dichiarano i poliziotti di Clash by Night, nell’epilogo, “che ti tormenta e ti ricorda che il tempo è tutto ciò che hai”.
In questa frase, nella sua perfetta semplicità, c’è tutto Cronaca Nera: entrambi i racconti, infatti, rendono testimonianza d’un Tempo che scivola via; che non sfuma ma arrugginisce; che sforma personaggi al solito già contorti, e complessi, perché reali.
Così accade al detective senza nome di Career Girls Murders, tormentato dall’illusione d’assolutezza di un Amore “collettivo” invece effimero, illusorio: ormai vecchio e stanco, vorrebbe un’Assoluzione di cui però non sa più a chi render conto.
Così accade ai poliziotti di Clash by Night: uomini per cui proprio il tempo, quel Tempo, è addirittura punto di svolta d’una vita intera. Prima della morte di Sal Mineo infatti, “l’aria è[ra] limpida [a Los Angeles]. La pioggia dilui[iva] i colori forti”. Ma l’omicidio è nient’altro che il preludio d’un tempo di Colpa e “di solitudine”, fatto d’errori, superficialità e corruzione.
Concludendo, la Chiave della poetica di James Ellroy sta, ancora una volta, nel Passato: è questo l’humus, l’assioma sul quale, di nuovo, egli fa germogliare ogni sua Arte. Passato inteso come momenti perduti d’anime altrettanto perdute; anime come quella dell’Autore stesso, che ricordano, che vivono del rimorso e la nostalgia d’una Memoria ch’è pure la loro Dannazione.
Recensione di Alessio Massaccesi.
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