La compagnia della morte, thriller storico di Alfredo ColittoAutore pluripremiato e da noi molto apprezzato, Alfredo Colitto torna sulle nostre pagine con il suo nuovo romanzo dal titolo La compagnia della morte. Edito da Piemme al prezzo strenna di 1,90€, questo thriller storico di circa 180 pagine fa da prequel a Peste, che troveremo in libreria a partire dal prossimo 11 novembre 2014.
La storia che Colitto ci racconta non vede protagonista stavolta Mondino de’ Liuzzi, la cui trilogia si è conclusa con Il libro dell’angelo (Piemme, 2011), dopo Cuore di ferro (Piemme, 2009) e I discepoli del fuoco (Piemme, 2010), ma ci porta nella Napoli di metà Seicento. Siamo al 14 agosto 1655, per la precisione, e mentre la città è oppressa da un caldo torrido, il pittore Sebastiano Filieri è al capezzale di Maria, sorella di sua moglie Angela, ultima sopravvissuta della sua famiglia decimata. In punto di morte, la donna pronuncia parole faticose: sembra delirare ma sta invece rivelandogli la verità sulla morte di Angela che Sebastiano insegue da anni.
L’uomo torna così con la memoria alla drammatica rivolta di Masaniello e al giorno in cui decise di entrare a far parte della Compagnia della Morte, quella Società segreta di pittori che protetti dal buio colpivano i soldati spagnoli nelle strade di Napoli a testimonianza del rifiuto della città a rassegnarsi al dominio straniero.
Proprio al ritorno da una missione, Sebastiano aveva trovato la moglie e la figlia uccise barbaramente, da una persona che credeva già morta. Quel giorno aveva lasciato la Compagnia. Ma adesso le parole di Maria gli rivelano che il colpevole è un altro. E finalmente il pittore potrà farsi vendetta.

Tratto dal sito della Piemme, vi riportiamo l’incipit; potete leggere il primo capitolo qui (PDF).

Napoli, 14 agosto 1655
Seduto su una poltrona con lo schienale rigido e il cuscino troppo imbottito, tra il letto e la fi nestra, Sebastiano Filieri ansimò come se fosse lui quello in fi n di vita, e non sua cognata Maria. Le parole che lei aveva appena pronunciato, nel delirio della febbre che se la stava portando via, lo avevano colpito come pugni allo stomaco, riaprendo una ferita che per otto anni si era sforzato di considerare guarita.
Ma non era guarita affatto. In fondo lo aveva sempre saputo.
Si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. La spada, che portava attaccata a un cinturone di cuoio in vita, urtò con un rumore metallico il tavolino accanto alla poltrona. I tacchi degli stivali risuonavano sul pavimento. Si passò le mani tra i capelli neri, lisci e lunghi fin sotto le spalle.
La seconda volta che tornà dalla porta verso la poltrona picchiò un pugno sul tavolino, facendo cadere a terra il cappello, adorno di una lunga piuma nera, che aveva posato lì sopra quando era entrato nella stanza. Lo raccolse, lo spolverò con una manica della camicia e tornò a posarlo sul tavolo.
Il motivo per cui si muoveva in modo così goffo, provocando tutto quel rumore, non era solo l’ansia che le parole della cognata gli avevano provocato. Era anche il desiderio che Maria si svegliasse.
La fissò. Coperta solo da una leggera camicia da notte e dal lenzuolo di lino, sembrava non aver udito nulla. Dormiva. Il petto si alzava in una serie di respiri agitati, irregolari. Gli occhi erano chiusi. I capelli neri sudati sparsi sul cuscino. Sebastiano pensò che forse fingeva. Forse si era resa conto di ciò che aveva detto, e chiudendo gli occhi intendeva sottrarsi alle sue domande.
“So chi ha ucciso tua moglie e tua figlia” erano state le sue parole. “Ti chiedo perdono per non aver mai parlato, in tutti questi anni.”

Considerando anche il prezzo estremamente basso, sia per la versione cartacea che digitale, non possiamo che raccomandarvi di regalarvi il romanzo, in attesa della pubblicazione di Peste tra poco più di due settimane.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1637 articoli: