Barbara Baraldi, nata a Mirandola in provincia di Modena, è una scrittrice e sceneggiatrice italiana. La sua produzione letteraria è davvero molto prolifica ed eclettica perché spazia dai libri per ragazzi, alle sceneggiature per fumetti e infine ai thriller. Il personaggio più famoso, nato dalla sua penna, è la profiler Aurora Scalviati. È del 2017 il primo romanzo della serie dal titolo Aurora nel buio (Giunti Editore) che vince nel 2018 i premi “Hitchcock – Garfagnana in giallo” e “NebbiaGialla” e che risulterà finalista anche al “Premio Fedeli”. La serie di Aurora prosegue con: Osservatore oscuro (2018) e L’ultima notte di Aurora (2019). Nel 2021 esce La stagione dei ragni che nasce da uno spin-off di Aurora per raccontarci, con un salto temporale al 1988, la storia del magistrato Francesco Scalviati, suo padre. Ora, cari amici di Thriller Café, sono felice di annunciarvi che Aurora è tornata! Recensirò, infatti, per voi l’ultimo straordinario libro di Barbara: Cambiare le ossa (Giunti Editore, 2022).
Aurora Scalviati torna a Torino perché chiamata, per una consulenza, dall’amico e commissario Damiano Provera. E lo fa cinque anni dopo quei dolorosi avvenimenti che hanno segnato per sempre la sua vita, ma «Cinque anni possono sembrare cinquanta se la tua vita passa attraverso una centrifuga e ti ritrovi a ricominciare da zero in un commissariato sperduto della provincia emiliana, lontana dalle facce note e dagli abituali punti di riferimento.»
Il rapporto che Aurora ha con il capoluogo piemontese è di amore e odio. La città, infatti, è per lei un concentrato di emozioni: da quelle tristi e tremendamente dolorose (come la morte del suo compagno e il tradimento degli amici più cari) a quelle dolci e intime (tutte riconducibili all’amore per quell’uomo che non ha mai conosciuto fino in fondo ma a cui vorrebbe tanto somigliare, il padre Francesco Scalviati).
Provera è convinto che solo la giovane, ma tenace e caparbia Aurora, riuscirà a venire a capo di quei misteriosi omicidi di persone che in comune tra di loro hanno solo il fatto di essere dei sopravvissuti cioè, di essere scampati tempo prima a morte certa.
Ma come mai l’ultimo dei cadaveri rinvenuto è proprio quello di Tito Ferretti? Sì, proprio quel Tito Ferretti, quel bambino che trentaquattro anni prima era sopravvissuto alla mattanza del mostro. La capacità della nostra profiler sta proprio nel riuscire a entrare nel buio dell’anima, in quegli abissi profondi dove i comportamenti umani subiscono una deviazione irreversibile e dove gli uomini diventano mostri e/o serial killer. Ed è proprio di fronte a uno di questi che Aurora dovrà fare i conti per comprendere quale irrazionale perversione lo porti a colpire le sue vittime con una vecchia mannaia con una lama squadrata e una protezione per le dita. Chi è lo spaccaossa? Perché colpisce le sue vittime in modo tale da voler quasi fare espiare loro qualche misteriosa colpa?
Nell’immergersi in questo nuovo caso, Aurora, dovrà per forza tornare, con i fascicoli ma anche con la mente, a quel lontano 1988. A quel momento, cioè, in cui il sostituto procuratore Scalviati si scontrava con il buio del mostro ma dopo il buio, si sa, nasce la luce, cioè l’Aurora…
La brava Barbara Baraldi non è solo una scrittrice capace di catturare noi lettori, pagina dopo pagina, con trame intriganti e con colpi di scena adrenalinici, è tanto altro. È una donna che non si risparmia mai perché getta sempre il cuore oltre l’ostacolo regalandoci, perché di regali veri e propri si tratta, a ogni sua nuova uscita, un pezzo di sé, ma anche di noi. Aurora, infatti, è un po’ lei, ma anche un po’ tutti noi perché incarna le nostre fragilità e le nostre debolezze e ci sprona a “rinascere” sempre e comunque perché «per trovare la salvezza non basta cambiare la pelle. Serve cambiare le ossa.»
Ci sono autori che raccontano storie, ce ne sono altri che raccontano mondi e ce ne sono altri ancora che aprono porte. Ed è proprio tra questi ultimi che, a mio avviso, debba essere inserita la nostra Barbara perché in grado di aprire i cancelli di universi infiniti siano essi dentro di noi (mettendoci a confronto con la nostra parte oscura più intima) sia facendoci riflettere sulla complessità della vita e sui misteri o dogmi che non resta che accettare, perché non spiegabili a livello razionale.
In Cambiare le ossa ci fa così riflettere sugli eventuali rapporti, sempre che ce ne siano, tra miracoli, teorie quantistiche e psicoanalisi e lo fa introducendo il personaggio della teologa Alida Bellocchi che ci stimola a riflettere sul quesito: “Se la realtà non fosse quella che crediamo saremmo in grado di accorgercene?”
Non solo Aurora, ma tutti i personaggi introdotti nei romanzi della Baraldi sono funzionali a suscitare emozioni, a scarnificare convinzioni, a creare dubbi o a farci riflettere sull’importanza dei sentimenti veri, quelli puri che anche se gli avvenimenti cercano disperatamente di annientare, sono sempre lì ad attenderci.
In conclusione, in quest’ultimo thriller Barbara tesse con grande maestria una ragnatela che avvolge noi lettori, ma anche tutte le opere precedenti della serie facendo ritornare personaggi e avvenimenti del passato: dal padre, a Leda de Almeida, a Jérome Reno e ultimo, ma non ultimo, Curzi «L’uomo del buio che di tanto in tanto la richiamava, per ricordarle che di quel buio non si sarebbe mai liberata.»
Intrigante, ammaliante, avvolgente… straordinario!
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