A distanza di oltre un anno da Il grido della mantide, torna su ThrillerCafe.it Lynda La Plante con il suo nuovo romanzo, Profiler, sesto volume della serie di Anna Travis (titolo originale Blind fury), intanto arrivata in inglese all’episodio sette. Lo recensiamo per voi.

Titolo: Profiler
Autore: Lynda La Plante
Editore: Garzanti
Traduzione: Maura Parolini, Matteo Curtoni
Anno: 2012

Profiler è colui che studia la psiche di un criminale perché spesso non sono sufficienti gli indizi lasciati sul luogo di un delitto per trovare il colpevole, neppure la valutazione del crimine stesso sovente evidenzia le motivazioni psicologiche che lo hanno scatenato. Abbiamo imparato a conoscere i profiler attraverso serie televisive più o meno di grande successo, riuscendo a maneggiare con destrezza certi termini, a comprendere certe dinamiche. Da qui forse nasce il successo dei libri thriller che trattano questo tema. I profiler altro non sono che coloro che forniscono le caratteristiche della personalità del criminale a supporto delle investigazioni.
Lynda La Plante, con il suo Profiler edito da Garzanti, ci presenta una panoramica alquanto esaustiva di come procedano le indagini quando ci si trova davanti a un omicidio. Nonostante l’incipit del romanzo si concentri su un ‘profiler’, che nel caso di La Plante è un temibile assassino rinchiuso nel carcere di massima sicurezza, e nonostante la sua presenza rientri con un certo incidere nel plot del narrato, non ha così presa a livello narrativo, forse perché Anna Travis, agente della sezione omicidi che conduce le indagini del caso, non gli concede lo spazio che dovrebbe avere. È una scena già vista che una giovane detective che contribuisce a incriminare un pericoloso individuo attragga le fantasie dello stesso, come è una scena già vista che il suddetto criminale elargisca consigli ai suoi stessi aguzzini, per aiutarli nel risolvere un caso complicato dal quale non riescono a venire a capo. Avete capito bene, non è ‘Il silenzio degli innocenti‘ ma figlio di un genere di successo che ha saputo condizionare il futuro panorama letterario/televisivo. Cameron Welsh chiederà infatti, di incontrare Anna Travis perché sicuro di essere in grado di aiutarla nella ricerca dell’omicida delle prostitute sulla M1.
Welsh è un criminale fuori dal comune che si presenta nella sua cella con abiti puliti e stirati, è colto, astuto, possiede un’intelligenza superiore alla norma e riesce a mettere in soggezione la stessa Anna, con le sue elucubrazioni a carattere sessuale, e non avrebbe potuto essere altrimenti la costruzione di questo personaggio, se si voleva concedergli tanto spessore da essere considerato importante ai fini dell’indagine. Lynda La Plante è riuscita a rimaneggiare una storia poco originale dando corpo e fluidità alla vicenda anche se spesso le indagini vere e proprie sembrano ricadere sullo stesso meccanismo narrativo e i personaggi ‘satelliti’ della storia si ritrovano più volte ad essere interrogati sulle misteriose morti.
L’autrice ha introdotto il tema della prostituzione senza fare della retorica, riuscendo a raccontare di rapporti effimeri e a farci vedere il degrado di talune vite poste ai margini. Cosa lega un impiegato di una ditta di tapparelle ai crimini? Come è possibile comprendere quando una persona mente? Lynda La Plante ha dato un carattere determinato ma anche romantico alla sua eroina, perché ci riserva anche l’aspetto più introspettivo e sentimentale di Anna, che in alcuni momenti sembra poco consono all’interno di un thriller dalla trama investigativa serrata. È anche vero che i detectitve finito il proprio turno di lavoro, anche se a contatto con il lato più crudo della società, sono persone come altre, che si possono innamorare e sognare quello che riserva loro il futuro. La scelta del titolo italiano depista forse da quello che è il ‘mood’ della storia vera e propria, ma come detto un thriller può seguire più strade, l’importante è che mantenga certi ‘canoni’ che gli permettano di essere catalogato. Sicuramente troveremo Anna Travis in altre storie dal momento che il personaggio è già riuscito a ritagliarsi la sua parte di pubblico e a crearsi una personalità solida cui affezionarsi. Lynda La Plante è stata attrice prima di divenire sceneggiatrice e produttrice di serie televisive di successo, dando vita alla serie tv “Prime suspect” e a un’altra serie di romanzi con protagonista Lorraine Page sempre edita da Garzanti. Forse da qui l’origine di una trama dal costrutto filmico che lascia con il fiato sospeso.

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Articolo protocollato da Arianna e Selena Mannella

Arianna e Selena Mannella Collaborano al magazine Albatros per il quale intervistano personaggi del jet set nazionale e internazionale e con Thriller Magazine, nel quale curano la rubrica “Ordinaria Follia”. Sono addette stampa e editor.

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