Wulf DornOspite oggi su Thriller Café, Wulf Dorn, autore del bestseller La psichiatra e de Il superstite, appena uscito per Corbaccio e recensito sulle nostre pagine la scorsa settimana.

[D]: Ciao Wulf e grazie innanzitutto per l’intervista. Presentati da solo, nasci nel 1969 in Germania, esattamente dove?
[R]: Nel sud-ovest della Germania, vicino a Ulm ed è anche dove vivo con mia moglie e il mio gatto.

[D]: Come sei approdato alla scrittura? E, soprattutto, perchè hai scelto questo genere?
[R]: Le storie mi sono sempre interessate fin da bambino, mi piacevano le favole e tutto quello che ruotava intorno a orchi, streghe, fantasmi. Ho scritto il primo racconto quando avevo 12 anni, ne sono seguiti altri e poi ho cominciato i miei primi tentativi di stesura di un vero e proprio romanzo. Tra l’altro, ce ne sono altri 5 che precedono “La psichiatra”, ma non sono mai stati pubblicati.
“La psichiatra” sonda gli abissi degli animi e dell’horror, mentre “Il superstite” punta sul lato oscuro dell’animo umano e la ricerca di ciò che è nascosto, che secondo me è più interessante di quello che si vede.

[D]: Quanto hai impiegato a scrivere il tuo primo libro “La psichiatra”?
[R]: Per entrambi i libri ho impiegato circa un anno ciascuno, comprese le ricerche e gli approfondimenti.

[D]: E la strada verso la pubblicazione è stata dura? A quante case editrici hai presentato i tuoi manoscritti?
[R]: Intanto ho avuto molta fortuna che molti altri scrittori non hanno, visto che ci impiegano anche alcuni anni per farsi pubblicare. Ho scritto tantissimo per me stesso allungando di tanto in tanto qualcosa da leggere anche a mia moglie per farmi consigliare.
A un certo punto, ho deciso di cercarmi un agente e anche in quel caso sono stato fortunato, perché ne ho trovato uno molto bravo e molto noto in Germania. Mi è stato accanto durante tutta la stesura de “La psichiatra” e mi ha trasmesso molti consigli.
Quando ho inoltrato il manoscritto alle case editrici, ho ricevuto subito svariate offerte e quindi ho avuto la possibilità di scegliere. Direi che per uno scrittore è l’equivalente di una vincita alla lotteria!

[D]: So che hanno acquistato i diritti cinematografici de “La psichiatra”… ti aspettavi di avere questo successo? E quali attori vorresti che fossero gli interpreti?
[R]: No, non me l’aspettavo assolutamente, come non mi sarei aspettato di essere un giorno a Milano a concedere interviste! Sto ancora aspettando che qualcuno venga a darmi un pizzicotto per risvegliarmi da questo sogno. Per quanto riguarda il film che verrà tratto dal mio primo romanzo è notizia vera, in questo momento stiamo tentando di superare problemi di budget per realizzarlo. Però la sceneggiatura c’è, è già pronta e per il momento non ho altre informazioni al riguardo. Sono molto curioso di sapere come andrà avanti.

[D]: Ora è uscito, sempre per Corbaccio, “Il superstite”. Qual è stata la scintilla che ti ha fatto scattare proprio questa storia?
[R]: Tutto è legato ad un aneddoto familiare che mi è stato raccontato riguardo un mio cugino, che da piccolo è scomparso per due ore. Semplicemente, era finito nel giardino di un vicino a dare da mangiare ai conigli e nessuno se n’era accorto.
Questo ha fatto scattare in me una serie di domande del tipo: “Cosa sarebbe successo se…, se non fosse stato ritrovato, se noi oggi parlassimo di lui come di una persona di cui non si sapeva più niente e questo mi ha fatto venir voglia di approfondire meglio l’argomento sulle persone scomparse. Da questo nasce “Il superstite”.

[D]: La trama parla di un ritorno all’infanzia del personaggio principale. Pensi che il passato torni sempre a perseguitarci?
[R]: Il punto è che se nel passato abbiamo avuto delle pessime esperienze, vissuto degli avvenimenti negativi, dei traumi molto profondi, ad un certo punto dobbiamo cercare di superarli. Dobbiamo tentare di proseguire la nostra esistenza, con questo bagaglio di esperienze, seppur negative, tentando di accettarle e, soprattutto, cercando di elaborarle. Altrimenti si rischia di soccombere ed è quello che cerco di trasmettere attraverso questo romanzo.

[D]: Cosa legge uno scrittore del tuo calibro e a quali scrittori sei più affezionato o vorresti somigliare?
[R]: I modelli letterari sono tutti gli scrittori che leggo. Tutti sono interessanti per qualche motivo e da ognuno di loro si può imparare sia come scrivere, o anche come non scrivere. Per questo, leggo generi molto diversi tra loro, non solo thriller, ma anche biografie, libri tecnici. In questo momento in particolare sto leggendo un libro di giardinaggio, visto che da un paio di anni a questa parte ho un giardino e quindi mi diverte leggere tutti i consigli che riguardano questo argomento.

[D]: Che cosa invece ha lasciato a te questa storia?
[R]: E’ stato un viaggio molto interessante nel passato e questa storia mi ha proprio aiutato a superare la perdita di due persone molto importanti della mia famiglia. Ho imparato a elaborare la perdita e l’addio che ho dovuto dire a queste due persone e forse lo si nota in un paio di passaggi molto tristi del mio romanzo.

[D]: Hai lavorato e continui a lavorare in una clinica psichiatrica. Quanto credi sia profonda la linea che divide la lucidità dalla follia?
[R]: Io credo proprio che tra sanità mentale, salute e pazzia ci sia una linea assai sottile. Nessuno di noi può dirsi al sicuro da un’eventuale malattia che ti porta alla perdita del tuo equilibrio o a sviluppare un qualsiasi tipo di follia.

E a questo punto ci salutiamo. Il tempo a mio disposizione, ahimè, è finito molto prima di quanto mi aspettassi e almeno la metà delle domande che volevo porre a Wulf Dorn sono rimaste sulla carta… speriamo di avere ancora occasione di scambiare due chiacchiere con questo personaggio davvero simpatico e disponibile!

Articolo protocollato da Cecilia Lavopa



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