davide cassiaOggi al Thriller Cafè abbiamo il piacere di ospitare Davide Cassia, giovane scrittore e direttore editoriale di Edizioni XII. Facciamo due chiacchiere assieme a lui.

[Thriller Cafè]: Ciao Davide, benvenuto al Thriller Cafè. Parlaci un po’ di te e del tuo rapporto con la scrittura: come mai hai iniziato a scrivere?
[Davide Cassia]: Per spirito emulativo e perché fin da piccolo mi sono sempre divertito a creare universi. Non credo di ricordarmi esattamente il momento in cui ho deciso di farlo, perché scrivevo già poesie e raccontini alle elementari. Mi ricordo però il primo romanzo che ho tentato di scrivere e che assomigliava in modo imbarazzante al Signore degli Anelli. Era imbarazzante anche da leggere.

[TC]: Cassia e il Thriller, cosa ci dici a riguardo?
[DC]: Nella dimensione Thriller mi trovo a mio agio perché è quella che mi viene più naturale avendo letto molto del genere. A me piace rimanere sempre sul sottile filo che divide il reale dal paranormale portando il lettore a dubitare e poi cercando di spiazzarlo con un colpo di scena che non si aspetta.

[TC]: Qualche autore a cui pensi di dover qualcosa o che ti piace particolarmente…
[DC]: Sicuramente a King, di cui apprezzo la sconfinata fantasia, invidio la costanza nello scrivere e un po’, lo ammetto, anche la fama. Se per caso vi capitasse tra le mani uno dei miei primi romanzi – La Prigionia del Cielo – notereste una certa somiglianza con lo stile kinghiano, non posso certo paragonarmi a lui, ma qualcosa in quel romanzo lo ricorda.

[TC]: Venendo al tuo ultimo romanzo, Inferno 17, uscito per Edizioni XII: come è nato?
[DC]: Era stato programmato a tavolino come romanzo horror. Il protagonista doveva essere un demone che arrivava proprio da questo Inferno 17. Poi una notte ho fatto un sogno, un incubo in realtà, e la trama è cambiata. Non posso anticipare nulla, perché è una delle scene più inquietanti del libro, almeno, a detta di chi l’ha letto. 🙂
(nota del barman: concordo!)

[TC]: Quando è stata finalmente terminata la revisione e la storia ti ha lasciato per cominciare il suo cammino verso i lettori sulle sue sole gambe, che emozioni hai provato?
[DC]: Un misto di emozioni legate tutte al destino del romanzo, in primis come un senso di rilassamento che si prova alla fine di una dura prova, poi paura che non piacesse, che fosse superficiale, noioso. E anche gioia, sì, perché comunque è una tua creatura che si alza e va ad affrontare il mondo e tu sai che non è più completamente tua, proprio come un figlio che esce per la prima volta di casa.

[TC]: Nel romanzo c’è anche un serial killer. Da Hannibal Lecter a Patrick Bateman in narrativa ce n’è per tutti i gusti, con alcuni di questi personaggi ispirati in qualche modo ad assassini vissuti davvero. Il tuo somiglia a qualcuno o è tutto farina del tuo sacco?
[DC]: Non credo, o per lo meno non lo so. Non mi sono ispirato a nessun killer conosciuto, ho letto alcuni libri di profiling e tracciato la personalità disturbata dell’assassino.

[TC]: L’ambientazione: la tua Marina ricorda – anche come nome – Isola, la città creata dal compianto McBain. Un caso o un omaggio voluto? Come mai la scelta di una location immaginaria?
[DC]: Un caso, devo ammettere la mia ignoranza: non conosco McBain. Il fatto di creare una città immaginaria è per comodità, per non dover studiare una città reale. Io abito in provincia, in una piccola cittadina del varesotto e non me la sentivo di ambientarla a Milano perché sarei stato troppo legato all’ambientazione. Creando dal nulla una città immaginaria la si pone dove si vuole e non si hanno legami se non quelli della coerenza.

[TC]: Quanto sei legato ai protagonisti di questo libro, e a Paolo in particolare? E in generale, che relazioni ci sono tra Davide e i figli della sua immaginazione?
[DC]: Alcuni tratti della personalità di Paolo rispecchiano i miei, soprattutto quando si siede a tavola :). Per il resto mi piace forgiare personaggi che siano molto diversi da me, proprio per vivere una vita che altrimenti non vivrei, per provare sensazione che nella realtà non mi sono permesse. E anche questo il bello di scrivere una storia, ti immedesimi nei personaggi e vivi la loro vita e spero sia così anche per i lettori. Per lo meno è questo che io chiedo a un romanzo: di portarmi in un’altra dimensione e farmi dimenticare per un po’ la mia realtà.

[TC]: Il romanzo è uscito per Edizioni XII, di cui sei anche Direttore Editoriale: puoi parlarci di te in questa nuova dimensione? Che obiettivi hai da questo punto di vista?
[DC]: Il tutto è nato dalla voglia e dalla volontà di creare una realtà editoriale che Italia non esiste. Cioè un Associazione Culturale che parli con gli autori e, soprattutto, con i lettori. Per il momento il primo obiettivo sembra il più concreto, la community di XII aumenta di giorno in giorno, attirando scrittori e aspiranti tali con iniziative volte a tirar fuori la creatività di ognuno, a volte anche con una sana competizione. Quello che più mi piace del forum di XII è lo spirito di confronto e amicizia.
Stiamo lavorando per attrarre verso di noi anche i lettori, che di solito rimangono un po’ in disparte rispetto agli editori, che vengono visti come mostri sacri. Noi vogliamo che i nostri lettori invece vengano a trovarci, che parlino con noi e che si confrontino con gli autori.

[TC]: Ti rivedremo in futuro ancora alle prese con un thriller o stai lavorando ad altro?
[DC]: Quello a cui sto lavorando attualmente non credo si possa definire Thriller, spesso non riesco a capire in che ambito collocare i miei lavori. Si tratta di una ghost-story, ispirata a Ghostbusters, ma con un approccio meno goliardico, più gotico e scientifico. Chissà se ne uscirà qualcosa di buono.

[TC]: Be’, grazie per esserti sottoposto all’interrogatorio: direi che abbiamo indagato abbastanza su di te e ci sei sembrato un tipo a posto. Ti lasciamo uscire incolume dal locale. Buona scrittura e in bocca al lupo per i tuoi futuri progetti 😉
[DC]: Grazie a te per questa intervista. Ciao!

E per concludere riporto anche i dati relativi al romanzo:

inferno 17 - davide cassiaTitolo: Inferno 17
Autore: Davide Cassia
Editore: Edizioni XII
Anno di pubblicazione: 2007
ISBN: 978-88-95733-081
Pagine: 266
Prezzo: € 11,90

Trama in sintesi
In un istituto d’igiene mentale, inchiodato ad un letto, c’è un paziente molto speciale; o per lo meno così la pensa l’infermiere Paolo Montale. Deve essere speciale per forza, perché un’intera ala del terzo piano è riservata a lui. Il Detective Jonathan Greco, invece, deve vedersela con un serial killer che pugnala giovani donne, ne beve il sangue, e imprime loro simboli esoterici sulla fronte.
Qual è il legame tra questi episodi?
E chi è l’uomo in coma, sfigurato dalle ustioni?

Potete acquistarlo in modo facile facile sull’eshop di Edizioni XII.

Non mi resta che augurarvi buona lettura 😉

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

Giuseppe Pastore ha scritto 1641 articoli: