Uno sterminio di stelle di Loriano MacchiavelliQui a Thriller Café dovrebbe bastare una frase quale: “dopo cinque anni di silenzio e attesa, con Uno sterminio di stelle ecco che Loriano Macchiavelli torna a proporci una indagine di Antonio Sarti”.
Punto: andate a comprare il romanzo, godetevelo in qualche luogo di villeggiatura durante questa calda estate noir e basta così, nulla da aggiungere, se non qualche nota positiva nei commenti.

Ma le esigenze editoriali pretendono un minimo di lunghezza e un post in grado di offrire qualche dettaglio in più su Uno sterminio di stelle, per quanto sia difficile trovare ancora qualcosa di originale da dire su uno dei personaggi cardine del giallo-poliziesco italiano.
Il primo romanzo avente come protagonista Antonio Sarti risale al 1974: sembra davvero incredibile ma ci troviamo di fronte a 43 anni di vita di un personaggio che pare adesso ancora più attuale rispetto a decadi fa.

Come ci riesce Loriano Macchiavelli?
A saperlo, potremmo anche noi utilizzare i suoi segreti e cominciare a scrivere qualche serie così longeva. Purtroppo quei segreti non li conosciamo e dobbiamo accontentarci di sparare nel buio: quel che rende così durevole la serie di Antonio Sarti è una accurata miscela di attenzione nei confronti di temi attuali e sguardo rivolto al passato, che non teme di impiegare formule che potrebbero inizialmente sembrarci desuete per raccontarci il presente.

E il presente di Uno sterminio di stelle non può essere altro, parlando di Antonio Sarti e Lorenzo Macchiavelli, che quello di Bologna, città che, come altre e forse più di altre, sta attraversando un sofferto periodo di trasformazioni, non sempre per il meglio. Una Bologna fotografata fra ragazze che scompaiono, importanti ritrovamenti archeologici e inspiegabili omicidi che colpiscono lo sviluppo stesso de “la Grassa”, che forse tanto grassa più non è.

Sarti Antonio è già occupato con le indagini riguardanti la scomparsa di Rolandina Nanni, diciannovenne con stupendi occhi turchini, e non avrebbe bisogno di distrazioni. Ma presso gli scavi del nuovo stadio di Bologna, che sorgerà presso Villanova, è accaduto qualcosa di molto interessante, la scoperta di tredici mummie, perfettamente conservate e risalenti all’epoca etrusca. Sono tredici corpi dalle caratteristiche singolari: tutti alti più di due metri, con un cranio gigantesco e i femori spezzati da qualche tipo di trauma. Ai loro piedi un omphalos, pietra di carattere religioso recante l’incisione di un demone che impugna una mazza.

Gli scavi vengono bloccati immediatamente, ma dopo poche ore il quadro si complica: accanto ai tredici antichi cadaveri ora le autorità ne trovano un quattordicesimo, molto più moderno, anzi, contemporaneo. È quello dell’architetto Bonanno, responsabile del progetto dello stadio nonché direttore dei lavori. E anche lui ha i femori spezzati, con tanto di altro omphalos dai imboli enigmatici.

Per sua fortuna Sarti può contare sull’aiuto e sulle conoscenze dell’acculturata ed erudita Rosas che, fra vari caffè sorseggiati sotto i portici e gustose tigelle e crescentine dell’Appennino, lo aiuterà a mettersi sulla giusta pista, fra antichi riti e interessi molto più recenti, in una indagine che sembra essere sempre più collegata a quella della ragazza scomparsa.

Perdonatemi la divagazione ma io, appena sento nominare degli etruschi in un contesto giallo-poliziesco, non posso evitare di pensare alle atmosfere de L’Etrusco uccide ancora, film del 1972 di Armando Crispino, forse troppo ingenuo in alcune soluzioni di sceneggiatura ma comunque degno di un recupero da parte di chi ancora non lo ha visto.

Loriano Macchiavelli ha cominciato a pensare a Uno sterminio di stelle nel 2010: i due anni seguenti sono stati dedicati alla raccolta di dati e stesura di appunti, hanno fatto quindi seguito altri anni dedicati a progetti diversi, ma il romanzo continuava a covare sotto la cenere e ora possiamo finalmente leggerlo, in una estate 2017 particolarmente generosa per quanto riguarda gli autori italiani di genere.

Compra su Amazon

Articolo protocollato da Elvezio Sciallis

Elvezio Sciallis è stato uno dei più attenti e profondi conoscitori di narrativa e cinema di genere horror. Ha collaborato per molti anni con La Tela Nera e con Thriller Café prima della sua tragica scomparsa nel maggio 2019.

Elvezio Sciallis ha scritto 245 articoli: