Un bacio alla cannella per cominciare una nuova settimana con ThrillerCafé. Però non equivocate, non presentatevi nel locale con le labbra sporgenti. E’ solo il titolo del nuovo romanzo di Walter Mosley edito da Einaudi e recensito oggi…
Titolo: Un bacio alla cannella
Autore: Walter Mosley
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Traduttore: Rizzi C. A.
Pagine: 305
Trama in sintesi
La rivolta razziale che ha messo a soqquadro Los Angeles è solo un ricordo, benché vivo e doloroso, ma per il detective privato Easy Rawlins la vita non è mai stata comoda. Sua figlia Feather si è ammalata di una rara infezione del sangue, e per curarla servono 35.000 dollari, da trovare in fretta. Easy sta per accettare di partecipare a una rapina con il suo amico Mouse, quando finalmente gli arriva un’offerta per un nuovo incarico: scovare un ricco avvocato e la sua amante, una ragazza soprannominata Cinnamon, entrambi spariti nel nulla.
Per arrivare alla soluzione del caso, Easy dovrà però spostarsi da Los Angeles, di cui conosce gli angoli più remoti, a San Francisco, invasa dal Flower Power. Tra hippy, droga e criminali senza scrupoli, non sarà semplice portare a termine la missione, e ancor meno salvarsi l’anima.
Indipendentemente da quello che si scrive, molti scrittori dovrebbero imparare prima come si scrive, e prendere due ripetizioni da Walter Mosley gli farebbe solo un gran bene. La penna di Mosley è nera quanto e più del colore della sua pelle, e non tanto per le trame delle sue storie quanto per il senso di umana dignità sempre in pericolo d’essere calpestata che le pervade. Certo, nella Los Angeles degli anni 60 un uomo di colore come Easy Rawlins deve quotidianamente confrontarsi col razzismo malcelato di molti bianchi, ma la sfida continua per tenersi a galla quando i problemi ti travolgono in un mondo già di suo ostile è un topos del noir che trascende la connotazione razziale e che in Mosley tocca livelli molto vicini all’eccellenza. In Un bacio alla cannella, in particolare, all’indagine del detective si affianca un suo importante percorso di evoluzione personale e relazionale, come dovrebbe accadere in ogni buon romanzo a prescindere dal genere, e il valido intreccio di questo libro passa così in secondo piano rispetto alla statura e alla complessità del protagonista, personaggio profondamente vivido, e di comprimari come Mouse altrettanto tridimensionali.
Tra dialoghi mai superficiali e uno stile che senza voler essere alto è comunque di diverse spanne superiore al periodare striminzito di tanti scrittori di genere che confondono l’incisività con la banalità, Walter Mosley ci regala a mio parere una storia che cattura come gli occhi nerissimi di certe bellezze di colore. In poche parole, un libro consigliato, senza se e senza ma.
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