Si intitola Ultima notte a Manhattan il libro che recensiamo oggi al Thriller Café. È uscito il 12 gennaio per Einaudi Stile libero, con la traduzione di Alfredo Colitto, e il suo autore è… Mr Don Winslow.

E’ quasi Natale a New York, il Natale del 1958. Sono i tempi della Beat Generation, del Jazz nei Night club, ma anche delle spie e della guerra fredda. È Natale, e Manhattan è più bella e seducente che mai. Per le sue strade un investigatore privato è al lavoro. Si chiama Walter Withers, è appena tornato da Stoccolma, ha appena lasciato il suo lavoro alla CIA e non è armato: non ne ha bisogno, lui è quello elegante, il persuasivo, il reclutatore, quello dal “tocco leggero”. È tornato per nostalgia, perché ama la sua New York, perché ci sta bene con la sua ragazza – la talentuosa cantante Jazz Anne Blanchard – e perché non vorrebbe essere in nessun altro posto che non sia Manhattan, ma forse non solo per questo.

«Mezzogiorno della vigilia di Natale sulla Quinta Strada. Walter camminava nel cuore del giorno nel cuore della città nel cuore del mondo. La metropoli imperiale nel miglior giorno dell’anno. In mezzo a tutto questo, Walter pedinava felicemente Michael Howard. Felicemente, perché era contento di essere fuori e non alla scrivania. Felicemente, perché era mezzogiorno della vigilia di Natale sulla Quinta Strada e Walter non avrebbe desiderato essere in nessun altro posto al mondo. Felicemente, perché seguire qualcuno su un marciapiede affollato è una forma d’arte».

Il suo attuale capo, il signor Forbes dell’agenzia privata Forbes & Forbes, l’ha incaricato di presenziare all’esclusivo party che il senatore democratico in odor di presidenza Joe Keneally e sua moglie (la “principessa d’America”) daranno all’hotel Plaza. Il compito di Withers è allontanare senza chiasso chiunque, non invitato, tenti di avvicinarsi alla signora Keneally. Ben presto appare evidente che il senatore, nell’avanzare tale richiesta, aveva timori fondati, ma Walter è bravo e versatile nel suo lavoro e tutto va a finire bene. Tuttavia, a party concluso, Walter scopre che gli accordi presi da Keneally con Forbes su di lui prevedono anche altri servizi che coinvolgono, in qualche modo, la bellissima, provocante e appariscente amante scandinava del senatore. I quattro si rivedranno ancora in circostanze diverse e meno formali, ma all’indomani di quest’ultimo incontro la disinibita attrice nordica viene trovata morta proprio in una camera del Plaza in cui risulta registrato il nostro Withers. Walter Withers, l’inafferrabile, l’uomo dal grande savoir faire, improvvisamente, per la prima volta nella vita, da esperto inseguitore si ritrova inseguito, per di più da avversari fra loro diversi, alcuni inafferrabili, altri sin troppo visibili. Fra FBI, CIA, NYPD e scagnozzi bene o male assortiti, il nostro si ritroverà intrappolato nelle maglie dello stesso sistema che per anni ha manovrato. Gli serviranno tutte le sue conoscenze e abilità per sfuggire a varie imboscate, visibili e non visibili, in un risico appassionante in cui il premio è guadagnarsi ancora qualche anno di vita.

A metà fra spy thriller e thriller storico, Ultima notte a Manhattan è un discreto stand alone che rievoca le atmosfere anni 50 e 60, il clima di velata tensione degno di ogni buona spy story d’autore in cui il protagonista non è il supereroe senza macchia e senza paura, ma piuttosto un essere umano, acuto osservatore sì, ma con un gran cuore, passioni, difetti e paure. Magari quest’ultimo lavoro di Don Winslow non brillerà per originalità, ma di certo si fa leggere e ci regala ambientazioni retrò, ma sempre apprezzabili. Walter Withers è un personaggio gradevole che, quando proprio non suscita empatia, riesce a destare curiosità nel lettore e dove non riesce lui arriva il contesto in cui opera e i personaggi di cui si circonda. L’intrigo c’è e fino all’ultimo si rimane col dubbio di aver capito il gioco di Winslow o di aver preso una cantonata madornale, lo stesso dubbio che poi attanaglia Withers. La tensione è ben calibrata, bassa all’inizio e per buona parte del libro – che comunque non si può definire lento – e crescente man mano che ci si avvicina al confronto finale. Un buon thriller, forse non all’altezza dei migliori di quest’autore, ma comunque consigliato.

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Ultima notte a Manhattan
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Ultima notte a Manhattan
  • Winslow, Don (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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