“Se sapessi con sicurezza che c’è un uomo che sta venendo a casa mia con il piano consapevole di farmi del bene, scapperei a rotta di collo”. Lo diceva un filosofo eremita dell’Ottocento, Henry David Thoreau. Oggi, appoggiati come sempre al bancone del Thriller Café, recensiamo “The stranger” di Harlan Coben, edito da Longanesi… e scopriremo anche perché quel vecchio filosofo non aveva tutti i torti.

Immaginatevi in un momento qualunque della vostra vita quotidiana: gli allenamenti sportivi di vostro figlio, un pranzo al ristorante in compagnia delle amiche, oppure una birra in un bar qualunque. Ad un certo punto vi si avvicina uno sconosciuto. Sotto il cappello da baseball, ha occhi chiari e un’espressione amichevole. È a questo punto che vi converrebbe scappare. Già, perché se resterete, lo sconosciuto vi rivelerà un segreto che vi distruggerà la vita. Non lo avete mai visto, non sapete come faccia a saperlo, ma quello che vi dirà è vero, e vi farà del male.

È quello che accade al protagonista del romanzo, Adam Price: lo sconosciuto gli si avvicina e gli racconta qualcosa che sua moglie non gli ha mai detto. Quando ha finito, Adam avrebbe forse preferito non sapere, ma ormai è troppo tardi: il veleno del dubbio è già in circolo, e la sua vita di agiato avvocato a Manhattan e padre di famiglia si affaccia ormai su un abisso. Tornato a casa, dopo che i due figli adolescenti sono andati a letto, scoppia il litigio con la moglie, che il giorno successivo scompare nel nulla, lasciandosi dietro soltanto un sms: “Ti prego, dammi solo qualche giorno”. Che fine ha fatto? Lo sconosciuto è coinvolto nella sua sparizione?

Adam, però, non è il solo ad aver ricevuto informazioni dallo sconosciuto. Altre vicende, altri segreti si intrecciano con il suo. Ma chi è quell’uomo? Perché sorride benevolo quando fa le sue rivelazioni?

Questo romanzo di Harlan Coben si sviluppa intorno a un motore narrativo potente: la figura dello sconosciuto, infatti, incarna la dimensione “segreta” della vita di ciascuno di noi e il suo potenziale distruttivo. In un mondo fatto di privacy, di dati sensibili e di procedure (apparentemente) anonime, la verità non rende liberi e non è neanche un dono. La verità è una maledizione.

Oltre a questi risvolti filosofici, però, c’è anche un’ambientazione convincente, che scandaglia in profondità le routine e le piccole-grandi frustrazioni della vita coniugale e genitoriale. Il tutto reso con uno stile immediato, che va dritto al punto e lascia ben poca tregua al lettore. Insomma, un romanzo ben costruito e ben narrato, che non fa altro che riconfermare il ben noto talento di Harlan Coben. D’altronde è lo scrittore preferito di Bruce Springsteen, e se piace a “The Boss”, chi sono io per dirvi di non leggerlo?

Da The stranger, nel 2020, è stata tratta una serie TV Netflix britannica, scritta da Danny Brocklehurst per la regia di Daniel O’Hara e Hannah Quinn. Se, invece, volete vedere un film che si accosta un po’ a questo concept, vi consiglio la visione di The Gift – regali da uno sconosciuto di Joel Edgerton. La storia è differente, ma di sicuro potrete ritrovare un po’ della tensione psicologica presente in questo libro.

Buona lettura!

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The stranger
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The stranger
  • Coben, Harlan (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: