The Store di James PattersonLonganesi ci propone The Store, ultima fatica letteraria di James Patterson e opera scritta a quattro mani con Richard DiLallo, non ascrivibile alle serie principali create dall’arcinoto autore statunitense.
Uscito in lingua originale con lo stesso titolo, The Store è pubblicato nella collana La Gaja scienza con la traduzione di Federica Garlaschelli e rappresenta un’interessante deviazione dalla norma per James Patterson. Oggi lo recensiamo per voi.

C’è qualcosa che non va nella New York dove Jacob sta correndo con un pacco in mano. Cosa ci fanno tutti quei droni nel cielo? E davvero l’edificio in cui sta entrando trafelato ospita gli uffici della Writers Place, l’ultima casa editrice rimasta in America?
Sarà il lungo flashback ambientato otto mesi prima a chiarirci lentamente le idee: siamo di fronte ad una distopia. Patterson e DiLallo si immaginano un futuro non troppo lontano in cui tutte le caratteristiche del nostro presente sono giunte all’estremo. La tecnologia ha reso obsoleti molti lavori e le multinazionali stanno monopolizzando ogni mercato. The Store, colosso delle vendite online, ha soppiantato tutti i suoi rivali analogici.
Anche Jacob e sua moglie Megan, scrittori di saggi, hanno dovuto cedere di fronte all’irrilevanza del cartaceo: per sopravvivere in un’industria che produce sempre meno libri, quasi tutti digitali, la coppia si barcamena grazie al self publishing. Ma quando la nuova piattaforma rifiuta il loro ultimo lavoro, decidono di fargliela pagare con le uniche armi che hanno: le parole. I due si fanno assumere in un centro di distribuzione dell’azienda con l’intento di scrivere un libro che ne sveli i lati oscuri. Si trasferiscono quindi coi figli in una piccola cittadina dove vivono solo dipendenti dello Store, il classico incubo dall’aspetto scintillante (e che ricorda Celebration, la comunità davvero esistente pensata da Disney): a New Burg l’ordine e la sorveglianza si sono infatti concretizzati in un totalitarismo del decoro dove l’omologazione del sorriso è la regola. “PAROLA D’ORDINE: TRANQUILLITÀ”, campeggia ovunque nel magazzino. La messa in pratica di tale filosofia, però, è tutt’altro che rassicurante: la programmazione rigorosa di ogni aspetto lavorativo non solo rende obsoleto l’uomo, ma trasforma qualsiasi afflato individuale in una diversione pericolosa dall’efficienza. Il confine tra consumatori e cittadini svanisce: The Store inizia col soddisfare ogni tuo desiderio d’acquisto e poi diventa un’entità globale che si prenda cura di te, ti garantisce benessere, mira alla tua felicità. O almeno alla sua versione della tua felicità.

Era tutto perfetto, ordinato e spaventoso.

Non è difficile vedere in The Store un riferimento ad Amazon. Gli autori si concentrano più sull’ideologia che sta dietro la creazione di Jeff Bezos che sulle pessime condizioni lavorative che vigono nell’azienda, specialmente nel reparto logistica dove Jacob e Megan si infiltrano, in maniera analoga a quanto fatto da Jean-Baptiste Malet, tra i primi a svelare col suo En Amazonie qual è il prezzo che moltissimi dipendenti Amazon pagano per permettere a noi clienti di ricevere i nostri ordini in un battito di ciglia.

Lo Store è una ragnatela dalla quale è impossibile fuggire: riusciranno Jacob e Megan a fronteggiare un nemico tanto potente? E se qualcosa dovesse andare storto e non si trovassero più fianco a fianco nella battaglia?
The Store è un libro molto scorrevole, che nonostante le sue 400 pagine si legge in fretta, trasportati dai brevi capitoli che lo compongono. Soprattutto all’inizio appare un po’ forzato il fatalismo con cui Jacob accetta le assurde imposizioni e le violazioni della privacy di New Burg (per non parlare di un incidente in cui muoiono cinque persone, di fronte al quale i protagonisti non hanno praticamente alcuna reazione emotiva). Con l’avanzare della storia, però, la sua contrarietà al sistema imposto dal colosso delle vendite sfocia in azione: rinnovato lo spirito del giornalista d’inchiesta, circondato da un nemico onnipresente che pare essere penetrato sin dentro la sua casa, Jacob è un eroe solitario disposto a tutto pur di difendere la verità, simbolo dell’individuo che sempre si oppone all’oppressione di qualsiasi regime totalitario.

“Ho soltanto messo per iscritto i trucchetti subdoli che usa The Store per insinuarsi nella vita della gente, per controllare quello che fa, quello che compra, forse anche quello che pensa.”
“Un libro” ripeté, scuotendo la testa. “Pazzesco. Roba da non credere. Porca vacca, davvero da non credere. A nessuno verrebbe mai in mente di leggere un libro su questa roba!”

Profilazione di massa, big data, sorveglianza continua, sicurezza a scapito della libertà: gli elementi di cui si serve The Store sono già tutti presenti e ampiamente sfruttati nel nostro mondo. È davvero quello il futuro che ci aspetta? Una rete talmente fitta da inglobare ogni aspetto della nostra vita? Nell’attesa di sapere quale sarà il nostro destino, possiamo leggerci questo romanzo ammonitore. Come tutti i libri di James Patterson , in originale e in italiano, è acquistabile online. Su Amazon, naturalmente.

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The Store
224 Recensioni
The Store
  • Patterson, James (Autore)

Articolo protocollato da Nicola Campostori

Laureato in Scienze dello Spettacolo, vive nella Brianza tossica. Attualmente lo puoi trovare in biblioteca, da entrambe le parti del bancone. Collabora con "Circo e dintorni". Ama il teatro, e Batman. Ha recitato, a volte canta, spesso scrive, quasi sempre legge. Nutre i suoi dubbi, ed infatti crescono bene.

Nicola Campostori ha scritto 76 articoli: