Dopo la recensione de Il segreto del gran maestro che trovate qui a Thriller Cafè e che mi ha permesso di conoscerne l’autore, è con grande piacere che mi accingo a offrirvi la prelibatezza del giorno “Se il diavolo”, secondo (per quanto mi riguarda) romanzo targato Gianluca Barbera.

Come puntualizza lo stesso Barbera in prefazione, la vicenda fantasiosa ha come protagonista un personaggio realmente esistito. Si tratta infatti di Georges Simenon, celebre scrittore belga di lingua francese, e del processo creativo, non privo di fissazioni, debolezze e manie tipiche di certi artisti tanto capricciosi e stravaganti quanto geniali, che l’ha portato a dar vita all’altrettanto celebre commissario di polizia Jules Maigret e ai tanti romanzi che lo vedono interprete. La peculiarità che ha contribuito a rendere immortale Maigret è il fatto di discostarsi dai suoi colleghi letterari (Dupin, Sherlock Holmes, Poirot) per un approccio alle indagini a tratti scontroso, più diretto e profano, meno deduttivo e maggiormente pragmatico e istintivo. Una sorta di antieroe che, per giungere alla soluzione di un caso, adotta una tattica più attendista e concreta, preferendo razzolare nei bassifondi della società anziché frequentare gli ambienti altolocati e farsi guidare da una vacua etica di giustizia.

Partendo da questa base autentica gli eventi vedono Simenon in una dirompente ascesa verso la fama e la ricchezza grazie al rapido successo delle indagini poliziesche di Maigret, tale da consentirgli di girare il mondo, di dare libero sfogo al suo innato spirito nomade e di conoscere tra le personalità più illustri (anche in senso assolutamente negativo) dell’epoca. Allo stesso tempo, alcune persone con cui viene a contatto qua e là nei suoi molteplici spostamenti sembrano colpite da un inspiegabile morte.   

Se dovessi condensare in una definizione “Se il diavolo”, mutuandola dalla caratteristica sintetizzazione linguistica dell’inglese, opterei per page-turner, ovvero che si legge tutto d’un fiato. Sarà che chi vi parla ha un debole per storie in cui i protagonisti sono scrittori, mestiere che ritengo il più bello di tutti e per il quale è richiesta una dose di coraggio non indifferente, fatto sta che questo romanzo mi ha rapito all’istante. L’intreccio verte su una profonda disamina dell’atto del narrare, del processo di nascita di un componimento narrativo che si sviluppa da un abbozzo di idea, sboccia in una trama e infine germoglia compiuta in una ramificazione di storie attraverso un lungo, travagliato ma affascinante percorso fatto di ricerche, revisioni e una dedizione mentale estenuante.

A supporto di questa fondamentale fase creativa, non posso non citare una dichiarazione del mio scrittore preferito in assoluto, Stephen King. Un giorno, in risposta alla domanda su come fosse  costantemente in grado di trovare gli spunti e le ispirazioni per pubblicare in maniera così prolifica (grazie al cielo!), lo scrittore americano ha paragonato le proprie idee alla folla che, presente in massa in un locale pubblico, allo scattare dell’allarme antincendio si precipita freneticamente e in preda al panico all’uscita.

Sono convinto che se Georges Simenon fosse ancora tra noi, proprio per essere stato un autore straordinariamente produttivo e maniacale, condividerebbe questa similitudine alquanto esaustiva del genere di alienazione che per alcuni, forse per la maggioranza degli scrittori, è quanto di più vicino a una vera e propria (e sana) dipendenza. E al quesito che gli viene rivolto da un giornalista letterario sul motivo per cui il mistero, e più nello specifico una storia che prevede un omicidio e la conseguente indagine, riscuote da sempre così tanti consensi, Simenon risponde con quello che potrebbe essere a tutti gli effetti il manifesto del romanzo giallo: «Il delitto porta il caos. L’investigatore ripristina l’ordine, che è quello che la gente vuole

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Se il diavolo
  • Barbera, Gianluca (Autore)

Articolo protocollato da Damiano Del Dotto

Mi chiamo Damiano, abito a Pistoia, sono sposato con Barbara e sono più vicino ai 50 anni che ai 40. Poche cose colloco nella memoria come il momento temporale e il libro che in qualche modo mi ha cambiato la vita e mi ha infuso la gioia della lettura: avevo 11 anni, frequentavo la prima media e il romanzo è IT di Stephen King. Da allora non posso fare a meno di questa passione viscerale che mi accompagna quotidianamente. Si sente spesso dire che siamo la somma delle nostre esperienze. Allo stesso modo credo che l'amore che provo per la vita sia la somma dei libri che leggo.

Damiano Del Dotto ha scritto 42 articoli: