Oggi al Thriller Café parliamo di “Requiem per un amico”, nuovo romanzo di Brian Freeman edito da Piemme con la traduzione di Alfredo Colitto.

Il protagonista è Jonathan Stride, un tenente di polizia nella città di Duluth, in Minnesota. Stride è il titolare di una serie di ben dodici volumi, ma il libro si legge agevolmente in modo slegato dagli altri, perché i rimandi alle storie precedenti sono ben spiegati.

“Conosceva Steve Garske da trentasei anni. Erano diversi come il giorno e la notte. Stride era un poliziotto dal carattere chiuso, che aveva trascorso la vita a costruire muri intorno a sé. Steve era un medico di famiglia, che suonava la chitarra e non lasciava mai una stanza senza aver fatto amicizia con tutti i presenti. In ogni momento della vita di Stride, Steve era stato presente”. Adesso, però, Steve sta per morire di cancro, e sul suo letto di morte rivela all’amico di una vita una verità sconvolgente: “Sta’ tranquillo, amico mio. Non lo sa nessuno, capito? Non preoccuparti. Ho trovato il corpo dopo che eri andato via e l’ho seppellito”.

Per Stride inizia un’indagine introspettiva e malinconica, che lo porterà ad affrontare ombre del suo passato e antichi dolori. Di chi è il cadavere sepolto nel giardino del suo migliore amico? L’idea narrativa è estremamente potente, ma c’è di più. Stride, infatti, ha una figlia adottiva, Cat. Ha diciannove anni e una storia di abusi e violenze alle spalle. È madre di un bambino, che però ha scelto di affidare a un’altra famiglia. Da qualche tempo, riceve strane lettere da un ammiratore segreto. Lunghe file di “ti amo” vergate con un pennarello verde. Chi è lo stalker?

Requiem per un amico è un thriller psicologico piuttosto cupo e malinconico. Nelle sue pagine, convivono due elementi che è raro trovare uniti in modo così armonico: da un lato, un’indagine serrata con colpi di scena ben assestati e un notevole fuoco d’artificio finale, dall’altro, una grande introspezione e verosimiglianza dei personaggi, che sono descritti accuratamente nella loro fragilità e nei loro errori. Nel corso della narrazione, poi, si affrontano con grande sensibilità temi impegnativi come quello del “MeToo”, ovvero della violenza sessuale sulle donne.

ATTENZIONE : SPOILER!

Se siete amanti della serie di Stride, ci tocca darvi una brutta notizia: in una nota finale, Freeman annuncia che questo romanzo chiude la saga di questo personaggio. Se invece è il vostro primo incontro con lui, vi verrà probabilmente voglia, come al sottoscritto, di andare a ritroso e leggere altre sue storie, magari “Immoral” del 2005 che apre le danze.

FINE SPOILER

In ogni caso, Requiem per un amico è un romanzo di notevole qualità letteraria, che scorre bene regalando al lettore anche qualche spunto di riflessione e di empatia. Cosa volete di più per una tranquilla serata d’inverno? Buona lettura!

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Requiem per un amico
  • Freeman, Brian (Autore)

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: