Uomini che si nascondono nell’ombra – Magnus Jonsson
Una raffica di mitra spezza la routine di un freddo pomeriggio di novembre: i dipendenti della banca SEB al Kungsträdgården, nel pieno centro di Stoccolma, stanno uscendo dai loro uffici, ma il cecchino trasforma quel momento di fine giornata in un massacro. I detective Rickard Stenlander ed Erik Svensson sono i primi ad arrivare sulla scena, e le indagini iniziano immediatamente e in modo febbrile su quello che potrebbe diventare un caso politico, soprattutto dopo che inizia a circolare la voce che sulla scena è stato visto un uomo di origine nordafricana.
Dalle prime rilevazioni emerge ben presto che le vittime, apparentemente casuali, lavoravano nella stessa divisione della banca, e che forse il movente della strage si nasconde nei segreti digitali che condivideva. È il momento, per i detective, di chiamare Linn Ståhl, dottoranda esperta di crittografia informatica, per analizzare i computer degli impiegati: Linda ha già collaborato nel caso di un serial killer che trasformava le vittime in bambole, anche se la sua collaborazione non è stata certo pacifica visto il suo trascorso di militante Antifa e di hacker. Anche in questo caso Linda ha dei dubbi, ma appena inizia a scavare comincia a capire che forse il passato non è morto e sepolto, e che forse le vittime erano coinvolte in qualcosa di molto più grande e molto più complicato di quello che sembra.
Dopo il fortunatissimo esordio di L’uomo che giocava con le bambole arriva in Italia Uomini che si nascondo nell’ombra, secondo capitolo della Trilogia dell’odio di Magnus Jonsson: romanzo di ambientazione svedese ma con un ritmo che potremmo definire americano
Se nel precedente romanzo era un serial killer a tenere alta la tensione sullo sfondo di una Svezia spazzata dai venti oscuri del Fronte Patriottico di ispirazione nazista, in Uomini che si nascondono nell’ombra si torna a un movente tradizionale che da secoli muove crimini e nazioni: il denaro. Le azioni di un pugno di affaristi sono dettate dall’arrivismo, al desiderio di emergere, dalla smania di ricchezza. Ma può capitare anche ai più feroci lupi di Wall Street di pestare i piedi alle persone sbagliate, e il gioco da complicato si fa mortale, soprattutto quando le persone alle quali si ruba sono ispiratrici dei movimenti di estrema destra eversiva che cercano di riorganizzarsi dopo la caduta del Fronte Patriottico nel precedente romanzo.
Jonsson ha adottato lo stile degli autori americani nella costruzione di un romanzo che lascia pochissimo respiro: l’indagine è corale, non emerge una figura centrale rispetto alle altre e tutto sommato non c’è nemmeno la percezione di una vera squadra al lavoro, quanto di singoli che agiscono con professionalità e con umanissimi limiti caratteriali. Il romanzo però funziona benissimo, perché l’autore sa disseminare la trama di nuove piste e nuove minacce, e quando la storia potrebbe avviarsi verso una direzione bene o male consolidata si apre un nuovo fronte di indagini: il rapimento di un chiacchierato uomo d’affari, esposto a una sorta di giudizio pubblico su un canale web, cosa ha a che fare con la sparatoria alla banca? Gli indizi portano in quella direzione, ma sono deboli: e quanto è probabile che, nello stesso giorno e alla stessa ora, un altro criminale abbia deciso di colpire un affarista legato alla stessa banca dove lavoravano le altre vittime?
Un cenno a sé stante lo merita Linn Ståhl, la giovane informatica dal passato anarchico: Linn è in un a fase di confusione e crescita, non rinnega in alcun modo i suoi ideali ma non vede più il mondo in modo schematico e dogmatico. Sa che collaborare con la Polizia può sembrare molto lontano da ciò che professa, ma nello stesso tempi si rende conto che le persone con le quali lavora sono persone che le piacciono e che perseguono comunque la ricerca della verità: e di contro si rende conto che un modo di vivere e un capitolo della sua vita si stanno inesorabilmente chiudendo.
Quello che non cambia è il suo desiderio di combattere l’emergere dei gruppi neonazisti, ed è una partita che rimane apertissima per il terzo capitolo della trilogia. Magnus Jonsson vive a Stoccolma, lavora come insegnante di liceo e ama lo skateboard nel tempo libero: questo è il suo secondo romanzo.
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