Polvere di diamante – Ahmed Mourad
Dopo il buon esordio con Vertigo, ritroviamo in libreria in questi giorni l’egiziano Ahmed Mourad, che sempre per Marsilio pubblica il suo secondo romanzo: Polvere di diamante.
Ufficialmente fotografo della presidenza, Mourad cominciò a scriverlo in seguito alla caduta di Mubarak e alla conseguente sua forzata inattività lavorativa. E l’occhio del fotografo è ben evidente anche nei suoi libri, con la sua naturale tendenza a cogliere il dettaglio, la scena, l’atmosfera.
In Polvere di diamante ritroviamo questa sua capacità d’inquadratura che si unisce a un’attenta ricostruzione storica: il giallo, infatti, è ambientato tra gli anni cinquanta e il presente, con la vicenda che comincia nel 1954, anno in cui il presidente Muhammad Naguib viene esautorato da parte dei militari. E’ quanto è accaduto anche nel 2011 a Il Cairo, con la differenza che nel 2012 è stato il popolo a far partire la rivolta, e l’esercito lo ha seguito.
Protagonista è Taha, giovane della capitale che si divide tra turni di notte in farmacia e cura del padre che, dalla sua sedia a rotelle, passa il tempo a spiare la gente con il binocolo. Una mattina, rientrando in casa, Taha lo trova morto, assassinato. Le indagini non approdano a nulla e a lui non resta che cercare giustizia da sé. Addendrandosi nel lato più oscuro del Cairo, scopre non solo crudeltà e vizi di persone senza scrupoli, ma anche l’impegno e la passione di chi ancora spera di poter combattere la corruzione e il clientelismo che imperano in città. Persone come Sara, la vicina di casa bella e impossibile, giornalista a caccia di inchieste che colpiscano il malcostume, che apre una breccia nel suo cuore. Ma nelle loro investigazioni, Taha e Sara per vie diverse giungono entrambi alla oscura polvere di diamante, “il re dei veleni” che un tempo era diffusa tra i commercianti ebrei della città: una veleno che si insinua nel corpo come una serpe, invisibile, ma lentamente letale.
Polvere di diamante, del quale sono stati recentemente acquisiti i diritti cinematografici da una casa di produzione egiziana, è un giallo ma anche un romanzo che denuncia corruzione e abusi di un paese in una fase travagliata e sanguinosa; se l’idea di un libro che al genere unisca anche temi importanti come quello politico e sociale non vi dispiace, provate a leggere questa seconda opera di Ahmed Mourad.
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