Piccoli atti di misericordia - Dennis Lehane

Dopo la celebre serie dedicata a Patrick Kenzie e Angie Gennaro, la scrittura di Dennis Lehane ha dimostrato una notevole evoluzione. Lo spartiacque che ha aperto la vena profondamente letteraria di Lehane è stato Mystic River (La morte non dimentica), arrivato due anni dopo Pioggia Nera. Qui Lehane stabilisce anche un rapporto preferenziale con il cinema e la televisione. Il film tratto da Mystic River è stato un successo di Clint Eastwood e Lehane abbracciato così una vasta gamma di generi, mostrando una grande versatilità nella sua narrativa. Shutter Island è diventato un successo di Martin Scorsese, Live by Night un film di Ben Affleck – sceneggiatura firmata dall’autore, – che è tornato a lavorare su (e con) Lehane dopo l’adattamento de La casa buia, del 2007. Atmosfere ricchissime e personaggi complessi, che mantengono uno stile coinvolgente e un respiro di narrativa popolare nonostante Lehane voglia chiaramente strizzare l’occhio a una narrativa bianca, senza generi, per quanto le ambientazioni dei suoi romanzi post-Kenzie siano esclusivamente storiche, intese come ambientate nel passato americano, per quanto recente. Lehane è da un po’ che è andato oltre il noir e l’action, esplorando nuove direzioni fino ad approdare personalmente alla scrittura audiovisiva con una miniserie di sua firma uscita per Apple TV+ nel 2022. La ricerca letteraria di Lehane oggi ci porta a questo meraviglioso e struggente nuovo romanzo: Piccoli atti di misericordia, pubblicato da Longanesi.

Nella calda estate del ’74, a Boston, il caos regna sovrano mentre gli autobus scolastici fanno la spola tra quartieri divisi da una tensione razziale palpabile. È il palcoscenico perfetto per l’irruzione di una tragedia personale: Mary Pat Fennessy, una donna segnata dalla vita e dalla morte, vede svanire nel nulla la sua unica ragione di vivere, la figlia diciassettenne Jules.

La stessa notte in cui Jules scompare, un ragazzo nero viene trovato morto. Due misteri paralleli si intrecciano in una ragnatela di dubbi e sospetti. Mary Pat, con il cuore in frantumi ma la volontà di ferro, si trasforma in una sorta di detective della disperazione. Le sue indagini la conducono in un viaggio vertiginoso che flirta con il pericolo, irritando persino Marty Butler, il boss della mafia locale.

Ogni passo avanti è un salto nel buio di verità impensabili, ogni risposta è un nuovo enigma. Un viaggio narrato con un acume tragico ma sempre con una luce di speranza che filtra anche nei momenti più tenebrosi. Mary Pat è una madre, e una madre affronterà qualsiasi abisso pur di ritrovare il proprio cuore perduto. Questo romanzo è un intricato labirinto dell’anima, un’autopsia dello spirito americano in un momento di grande tensione, e un inno alla forza indomita di una madre.

Nell’aspra atmosfera di Piccoli atti di misericordia, Dennis Lehane sfida i lettori ad affrontare le dissonanze dell’uomo, oscillanti tra il razzismo e la redenzione, l’amore materno e l’angoscia eterna. L’opera non è solo una lente di ingrandimento su una Boston degli anni ’70 divisa e ferita, ma è anche un’indagine psicologica che scava e si chiede dove si trova la vera moralità quando tutto intorno a noi è in fiamme.

Mary Pat è una figura femminile indimenticabile, una madre leone nella giungla urbana, combattente e ferita al tempo stesso. C’è una rozza bellezza nel modo in cui la sua forza primitiva e la sua fragilità coesistono, un delicato equilibrio che è l’epitome dell’umanità nella sua forma più cruda. Mary Pat è il battito cardiaco di una comunità che si trova all’incrocio tra il disprezzo e la solidarietà, rappresentando una sorta di anti-eroina che è inesorabilmente vera. La sua lotta non è solo per trovare sua figlia Jules, ma per reinventare il suo modo di vedere un mondo che l’ha a lungo delusa.

Il libro mette a nudo i pregiudizi non solo con la sua rappresentazione realistica delle tensioni razziali, ma anche attraverso la destrutturazione della protagonista, che è costretta a confrontarsi con le verità scomode su di sé e sulla società in cui vive. Piccoli atti di misericordia è un thriller sociale che pone domande scomode, ma lo fa con una sensibilità che va oltre il semplice giudizio.

Il linguaggio del libro, per quanto crudo, è permeato da una strana forma di poetica. L’uso abile del dialogo innesca una sorta di prosa ritmica che serve da contrappunto alla gravità della storia, quasi come una melodia sofferente che sfocia in un urlo di disperazione. E sì, c’è disperazione, ma è una disperazione che cede il passo a un attimo fugace ma palpabile di speranza. Quella speranza, fragile come un filo d’erba in un campo bruciato, è forse il messaggio più potente del libro: che l’opposto dell’odio potrebbe non essere l’amore, ma la speranza stessa. Una speranza che, come Lehane ci propone, può sorgere da un angolo oscuro quando meno te lo aspetti.

Piccoli atti di misericordia è una lettura obbligatoria. È un racconto che lascia un segno indelebile, che fa eco non solo ai dilemmi del passato, ma che risuona anche coi dilemmi del nostro tempo.

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Piccoli atti di misericordia
  • Lehane, Dennis (Autore)

Articolo protocollato da Elisa Contessotto

Digital Strategist e formatrice, soprattutto sono il Capitano della squadra di freccette Bardabulli. Bevo caffè, Prosecco e tequila (non sempre in quest’ordine) e nel tempo libero scrivo di fotografia e libri. Mi piacciono il Tetris, Alice Cooper e il frrr dei gatti.

Elisa Contessotto ha scritto 67 articoli: