Milano grigio ferro - Lorenzo Sartori

Forte della vittoria al concorso NebbiaGialla 2020 con il suo romanzo precedente, torna in libreria Lorenzo Sartori, uomo che definire eclettico rappresenta una mera sineddoche. Lo abbiamo incontrato a Risolto Giallo, e abbiamo scoperto una persona che sotto ad una apparenza gentile, quasi schiva, con piccoli sprazzi di timidezza, nasconde un vulcano di iniziative. Sua è, per esempio, l’idea e l’organizzazione di Inchiostro, il festival che ogni anno porta a Crema decine e decine di autori di gialli.  Sua è l’ideazione di svariati giochi con cui si ricostruiscono battaglie storiche attraverso l’uso di soldatini miniaturali autodecorati. Suo lo sviluppo dei manuali di simulazione e strategia, con cui si gettano le basi e si dettano le regole di gioco (li trovate sulla rivista Dadi & Piombo, se la cosa vi incuriosisce).

Ma suo è soprattutto questo Andrea Basilio, il suo protagonista (anti)eroe, il centro di una narrazione che già dal principio scommette sullo sparigliamento dei clichè, persino della scrittura.

Il filo sottile di Arianna – opera prima e come si diceva già premiata con ambitissimo trofeo – è un libro partito con un ribaltamento: teoricamente un hard boiled, il cui personaggio principale però non ne ha le caratteristiche tipiche perché non si droga, non beve, si lava ed è un uomo assolutamente normale. Il cittadino medio. L’italiano in serie che a 39 anni si ritrova separato con una figlia bambina ed una ex che gli rompe l’anima, senza vizi né qualità particolari.

Eppure non è opaco. Non è noioso e non è neppure un vinto, anzi, si ricostruisce all’indomani di un secondo punto di frattura (lascia la Polizia per un moto di idealismo), accogliendo il suggerimento del suo divorzista che, per garantire continuità nel pagamento degli alimenti a Camilla, gli offre di entrare in società con suo figlio Marco Adenti, noto fannullone senza arte né parte ma figlio di e quindi con un peculio da investire… nella creazione di una agenzia investigativa.

Se nel primo romanzo, quindi, il genere prescelto (che Lorenzo si divertiva a picconare) prevedeva una femme fatale (l’Arianna del titolo) a cui scompariva il facoltoso amante, questa Milano grigio ferro ci rende atmosfere ancora tipiche della scrittura hard boiled (ci sono miliardari maliardi, feste alla Baz Luhrmann e intrighi putridi in cui a morire sono solo gli innocenti fotografi), con punte di cronaca recente meneghina ma tornano vividi alcuni temi che evidentemente a Sartori sono estremamente cari. La violenza sulle donne, anzi tutto, fil rouge che accomuna la moglie del capo di Basilio poliziotto e la fidanzata (Alessia, bel nome!) del suo primo cliente da investigatore, sino alla casa rifugio di don Marzio. E questa violenza torna con prepotenza anche nel secondo romanzo, agìta stavolta sull’ultima donna a cui immaginereste possa essere esercitata. Una che dovrebbe scamparne, almeno in teoria, e invece… e questo è un messaggio preziosissimo.

Al di là della trama, che declina altri topoi del genere hard boiled, come la forbice sociale sempre più spalancata a contrapporre un Basilio alla sua mandante, la ricchissima Bonfanti, o un Matteo Carboni che sbarca il lunario spaparazzando il party del bell’Ascanio, quel che diverte dei romanzi di Lorenzo è la cadenza ritmata delle svolte di indagine e dei colpi di scena in concomitanza con gli intoppi della vita quotidiana. Perché, per intenderci, ad Andrea Basilio capita sempre di dover inseguire un sospetto o di penetrare in una scena o ancora convalidare una pista quando ha Camilla con sé, per cui la povera bimba viene affidata a chiunque (persino all’inaffidabile Adenti) mentre la madre ruggisce critiche e minacce. E questo è divertente e al contempo geniale perché l’autore consegna al suo protagonista anti-hard boiled una vita … da donna! Sempre sul filo delle tempistiche che devono incastrarsi alla perfezione tra impegni lavorativi e doveri genitoriali, e questo un po’ lo stressa, un po’ gli induce sensi di colpa e ancora un po’ gli fa adorare la figlia senza di fatto quasi riuscire a parlarci.

Insomma, letture fresche, un po’ autoironiche sul genere maschile, dove alle donne viene consegnata la bella figura (sono capaci, sono integerrime, sono preziose) e agli uomini tutto il resto. Ma alla fine del secondo romanzo un dubbio vi assalirà: cosa hanno fatto di male a Lorenzo Sartori i ristoranti stellati?

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Milano grigio ferro
11 Recensioni
Milano grigio ferro
  • Sartori, Lorenzo (Autore)

Articolo protocollato da Alessia Sorgato

Alessia Sorgato, classe 1968, giornalista pubblicista e avvocato cassazionista. Si occupa di soggetti deboli, ossia di difesa di vittime, soprattutto di reati endo-famigliari e in tema ha scritto 12 libri tra cui Giù le mani dalle donne per Mondadori. Legge e recensisce gialli (e di alcuni effettua revisione giuridica così da risparmiarsi qualche licenza dello scrittore) perché almeno li, a volte, si fa giustizia.

Alessia Sorgato ha scritto 103 articoli: